Chiese domestiche, problemi universali (5): Come far crescere l’amore dopo 15 anni di matrimonio?

In questa serie di articoli condividiamo i consigli di genitori che rispondono a domande concrete su come vivere la fede in famiglia. La quinta domanda alla quale cerchiamo di rispondere è: come far crescere l’amore dopo 15 anni?

Fabio e Maria Luisa vivono a Sassari con i loro tre figli Emanuele Maria, Maria Stella e Filippo Maria. Michele Maria, il loro quarto figlio, è già in Cielo. Fabio, ingegnere, lavora per il comune di Sassari e si occupa di infrastrutture. Maria Luisa, medico psichiatra, lavora in un ambulatorio ad Alghero. 

Far crescere l’amore è la sfida di tutti i giorni

“Far crescere l’amore è la sfida di tutti i giorni - racconta Fabio -, possiamo dire che è la nostra vocazione di coniugi e genitori. Dopo 15 anni ci si ritrova in una fase di mezzo: gli inizi del matrimonio sembrano distanti e gran parte delle energie sono dedicate ai figli che sono ancora piccoli. Ma non c’è ancora una grande esperienza, ovviamente, come in un matrimonio che duri da 25 anni”.

Quindici minuti al giorno, un’ora a settimana, un giorno al mese

La routine professionale, gli imprevisti delle scuole dei figli, le malattie, lo sport, le feste di classe sono tutte belle occasioni che però spesso possono portare marito e moglie a trascurare il dialogo: “C’è un aspetto iniziale del matrimonio, collegato all’entusiasmo - spiega Maria Luisa -. Poi sicuramente l’arrivo dei figli comincia a condizionare la relazione, perché la loro presenza è bellissima ma impegnativa, e ti impedisce di trovare dei momenti dedicati solo alla coppia”.

C’è un aspetto iniziale del matrimonio, collegato all’entusiasmo

“Trovare del tempo in cui stare insieme - aggiunge Fabio -, parlare, guardarsi negli occhi, dire qualcosa di sensato o anche non dire niente. Tutto ciò all’inizio viene quasi in maniera spontanea, poi bisogna volerlo trovare. La vita ti mette in un vortice, di cose da fare, di impegni: alla fine della giornata sei stremato”.

“È troppo importante che la coppia si riunisca per vivere insieme un tempo esclusivo, altrimenti non si va avanti - prosegue Maria Luisa -. C’è uno schema, un obiettivo di tempo da condividere, di cui ha parlato in diverse catechesi per famiglie don Fabio Rosini [Direttore del Servizio per le Vocazioni della Diocesi di Roma ndr]. 

dobbiamo trovare questo tempo per noi!

Marito e moglie dovrebbero poter dedicare del tempo solo per loro quindici minuti al giorno, un’ora a settimana, un giorno al mese, una settimana all’anno. Noi riusciamo a seguire questo schema? Assolutamente no, ma almeno ci proviamo. Abbiamo bene in mente che dobbiamo trovare questo tempo per noi!”

Alimentare la vita famigliare

“Un’altra cosa che abbiamo capito con gli anni - dice Fabio - è che bisogna trovare dei modi di alimentare la vita famigliare anche approfondendo insieme che cosa significa essere una famiglia, e, anche se è faticoso, da qualche anno organizziamo a Sassari gli incontri di orientamento di Far Famiglia, un’associazione di promozione sociale che supporta i genitori nel loro compito di primi educatori”.

sono nate delle belle amicizie che durano ancora oggi

“Quando, circa dieci anni fa - prosegue Fabio -, ci chiesero di organizzare il primo corso di FarFamiglia a Sassari, puntavamo a iniziare con almeno dodici coppie. Il giorno prima della scadenza delle iscrizioni c’erano ancora diversi posti liberi, e andammo a promuovere l’iniziativa tra i genitori dell’asilo di Emanuele: in quel contesto sono nate delle belle amicizie che durano ancora oggi”.

FarFamiglia propone una modalità educativa ottimista, che si fonda su enunciati positivi che cercano di infondere nel figlio una buona condizione emotiva. “Abbiamo imparato a capire che non esiste la famiglia perfetta - spiega Maria Luisa -, e che la crescita di ciascuno è continua. Scopri che i tuoi problemi sono anche i problemi degli altri. L’approccio è molto concreto e si lavora sui piani d’azione”.

Un figlio in Cielo

Pochi anni fa Fabio e Maria Luisa hanno avuto un altro figlio, Michele Maria, che dopo poche settimane è andato in Cielo. “La gravidanza è stata molto complessa - racconta Maria Luisa - e ci avevano fatto pensare all’ipotesi che il bambino non avrebbe mai visto la luce. Qualche medico arrivò anche a suggerire di interrompere la gravidanza. Ma noi non abbiamo mai perso la speranza ed è stato un dono di Dio poterlo vedere e stare con lui anche solo per poche settimane”.

è stato un dono di Dio poterlo vedere e stare con lui anche solo per poche settimane

Chiaramente è stato necessario condividere qualcosa di questi problemi anche con gli altri figli, mano a mano che la gravidanza procedeva. “Sin dall’inizio abbiamo cercato di spiegargli che c’era qualche problema - ricorda Fabio -. E che bisognava pregare. Non gli abbiamo detto subito che era molto grave, ma abbiamo introdotto la questione gradualmente, anche perché di fatto noi non sapevamo come si sarebbe evoluta la situazione”.

Da subito questo figlio di Fabio e Maria Luisa viene ricoverato in terapia intensiva, in pieno periodo della pandemia. “Nonostante le grandi restrizioni di quel tempo - prosegue Maria Luisa -, i medici fecero in modo che almeno una volta i fratellini vedessero questo nuovo arrivato. Per loro è stata una grande gioia. Al funerale di Michele Maria la chiesa era strapiena e abbiamo sentito tantissimo affetto da tantissimi amici. Gli altri figli piano piano hanno accettato la realtà della morte del fratello, anche se non si sono resi del tutto conto di quello che era successo”.

“La cosa fondamentale per una famiglia cristiana - conclude Fabio - è che il matrimonio si poggia su Cristo: è lì che trai la forza di superare le inevitabili difficoltà che si incontrano lungo il cammino insieme. Mi è rimasto impresso quello che san Josemaría diceva nelle sue catechesi rivolgendosi alle coppie di sposi: la strada per la santità ha il nome del tuo coniuge”. “Nella vita concreta di ogni giorno - chiude Maria Luisa - significa che devi rendere dritte le strade un po’ storte, e senza la presenza di Dio questa è una missione è abbastanza impossibile”.