Meditazioni: Lunedì della 9ª settimana del Tempo Ordinario

Riflessioni per meditare nel lunedì della nona settimana del Tempo Ordinario. I temi proposti sono: La parabola dei vignaioli; Il potere del servizio; Dio confida sempre in noi.

- La parabola dei vignaioli

- Il potere del servizio

- Dio confida sempre in noi


La parabola dei vignaioli

Poco tempo dopo essere entrato a Gerusalemme su un asino, Gesù racconta la storia di un uomo che affidò la sua vigna ad alcuni operai perché se ne prendessero cura. Al momento opportuno il padrone inviò vari servitori per ritirare i frutti che gli spettavano; però i vignaioli presero a botte e addirittura uccisero i servi man mano che arrivavano. Vedendo come erano andate le cose, il proprietario decise di inviare suo figlio come ultima risorsa, pensando che lo avrebbero rispettato. «Ma quei contadini dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e l’eredità sarà nostra!”. Lo presero, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna» (Mc 12, 7-8).

Con questa parabola Gesù narra la propria storia personale e predice quello che sta per succedergli. In qualche modo vuole anticipare quello che tra pochi giorni vivranno interiormente quelli che lo stanno ascoltando: il dilemma tra il riconoscere il vero erede e il suo regno, e il non farlo. Infatti gli scriba e i farisei cominciano immediatamente ad assalirlo con domande per sapere se colui che aveva narrato la parabola fosse il Messia. Anche se noi, dopo tanti anni, sappiamo chiaramente che quelle parole di Gesù si riferivano a se stesso, possiamo ancora interrogarci sulla questione di fondo: Quale importanza ha Cristo nella mia vita? È il Messia che mi evita qualunque idolatria o, in realtà, forse incoscientemente, ho un altro ordine di priorità che finiscono col gettarlo «fuori della vigna»?

«Se qualcuno ci domanda “chi è Gesù Cristo”, noi sicuramente diremo quello che abbiamo imparato nella catechesi, come lui è venuto a salvare il mondo, diremo la vera dottrina su Gesù: è il salvatore del mondo, il Figlio del Padre, Dio, uomo, quello che recitiamo nel Credo. [...] Un po’ più difficile sarà rispondere alla domanda: “È vero, ma per te, chi è Gesù Cristo?”»[1].


Il potere del servizio

Può darsi che il grande errore dei vignaioli sia stato pretendere che il terreno fosse loro. Vollero impossessarsi di quello che il proprietario, pieno di fiducia, aveva dato loro perché se ne prendessero cura. Tuttavia non entrava nella loro testa che dovevano lavorare per un altro, ma ambivano ad essere padroni di quello che già avevano cominciato a coltivare, pretendevano una assoluta autonomia su quel poco che avevano ricevuto in custodia. Spinti dal desiderio di possedere quel terreno, non esitarono a far uso della violenza necessaria pur di ottenere quello che bramavano.

Benché in un primo momento la strategia adottata sembrava condurre al successo, Gesù annuncia con una certa durezza la fine che li attenderà: «Che cosa farà dunque il padrone della vigna? Verrà e farà morire i contadini e darà la vigna ad altri» (Mc 12, 9). Oltre a non riuscire a impadronirsi del terreno, i vignaioli perderanno una cosa molto più importante; in realtà perderanno quella che si proponevano di godere: la propria vita. In un senso spirituale, la loro decisione dimostra a che cosa conduce il desiderio velenoso di voler rimanere al di fuori della familiarità con Gesù: ci priva della fecondità che proviene dall’unione vitale con lui. «Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca» (Gv 15, 5-6).

«Se lasciamo che Cristo regni nella nostra anima, non saremo mai dei dominatori, ma servitori di tutti gli uomini. Servizio: come mi piace questa parola! Servire il mio Re e, per Lui, tutti coloro che sono stati redenti dal suo sangue. Se noi cristiani sapessimo servire!»[2]. Il servizio non è una negazione dei nostri interessi. Se scoprissimo il suo autentico potere, ci renderemmo conto che Dio, in realtà, vuole che godiamo della vigna.


Dio confida sempre in noi

Gesù precisa che il padrone, dopo che si sarà liberato dai contadini, «darà la vigna ad altri» (Mc 12, 9). Data la cattiva esperienza, forse la cosa più sensata sarebbe stata aspettare un poco, oppure occuparsi della gestione personalmente con l’aiuto di alcuni familiari e amici intimi. E invece continua ad aver fiducia che altre persone potranno coltivare bene la sua vigna. Il tradimento messo in atto da quei vignaioli non gli ha fatto perdere la speranza.

Dalle parole di Gesù ci rendiamo conto che Dio agisce in un modo simile. Certe volte noi non riusciamo a prendere le migliori decisioni per la vigna che ci ha assegnato; e malgrado tutto, egli rinnova la sua fiducia in noi. Benché possiamo essere instabili nei nostri desideri e nelle nostre azioni, egli è sempre fedele, ci aspetta giorno dopo giorno, qualunque cosa succeda: il suo amore non diminuisce. La storia della Chiesa è piena di santi che all’inizio della loro vita in qualche aspetto somigliavano a quei vignaioli. San Paolo, per esempio, si dedicava a perseguitare i cristiani ed era convinto della sua causa. Ma appena riconobbe che Gesù era l’autentico proprietario dell’impresa, diventò uno degli apostoli che diffuse con maggiore fecondità il suo vangelo: scelse di diventare un vero operaio della sua vigna.

Sapere che Dio confida in noi dà forza alla nostra speranza. Quando notiamo che il peccato vuole impadronirsi della vigna e controllarla, possiamo rifugiarci nella fedeltà del Signore. Egli mantiene sempre la sua promessa di un amore infinito: non «contiamo soltanto sulle nostre deboli forze, ma sulla forza e il potere del Signore»[3]. La Vergine Maria ci aiuterà a unire i nostri desideri al grande progetto di servire suo Figlio nella vigna nella quale ci ha chiamato.


[1] Papa Francesco, Omelia, 25-X-2018.

[2] San Josemaría, È Gesù che passa, n. 182.

[3] Mons. Javier Echevarría, Lettera pastorale, 28-XI-1995, n. 11