L'inserimento dei preti giovani nel ministero: convegno con Pizziol e Torresin

Si è tenuto recentemente al Castello di Urio (Como) l’Incontro di studio per sacerdoti, che quest’anno ha avuto a tema «L’inserimento dei preti giovani nel ministero pastorale: la fecondità dell’incontro tra vecchie e nuove generazioni».

Da qualche decennio l’inserimento delle nuove generazioni di preti nel ministero pastorale ha assunto un crescente rilievo:i primi anni di vita sacerdotale rappresentano un momento delicato che richiede particolare attenzione da parte dei vescovi e dei loro collaboratori.

Le differenze tra i propri ideali e la realtà pastorale concreta, tra l'immagine di sé e le reali capacità, rendono questi anni, per i giovani preti, un momento di prova, ma che può diventare momento di grazia se, con S. Paolo, si confrontano con essa "nella debolezza e con molto timore e trepidazione" di fronte a un mistero che li supera e che tuttavia viene affidato alle loro mani.

L’apparente alternativa tra passivo adattamento e rigidità, nell'operare le scelte della vita pastorale si supera nell'inserirsi in un cammino di Chiesa, nel saper leggere e interpretare la storia della comunità dove si è chiamarti a servire; con un cuore docile, che sa difendersi dai narcisismi e dalle false autonomie che prescindono dai legami con la propria comunità, con il presbiterio.

Così, alla presenza di un folto gruppo di sacerdoti di varie diocesi, don Antonio Torresin, collaboratore nella formazione dei giovani preti nella diocesi di Milano, ha mostrato, in una prospettiva feconda, le caratteristiche dell'inizio del ministero.

L'apporto dei sacerdoti maturi a quelli più giovani, in una sincera alleanza tra generazioni, si sviluppa nel sapersi porre con spirito di paternità - non di paternalismo - che, piuttosto che rimarcare le inevitabili fragilità, sa accogliere costruttivamente e apprezzare l'apporto di sensibilità nuove e diverse, riconoscendovi laricchezza della complementarietà in uno spirito di autentica "cattolicità".I preti maturi sono chiamati soprattutto a farsi testimoni presso i più giovani del saper tornare alle sorgenti profonde del ministero: la relazione personale con la Parola e la capacità di affidarsi all'azione della grazia.

Mons. Beniamino Pizziol, vescovo di Vicenza, identificando il momento presente come tempo di transizione verso una nuova epoca e di travaglio che però genera vita nuova, si è concentrato sul rapporto dei presbiteri con il proprio vescovo e sull’attenzione che egli è chiamato a dedicare ai sacerdoti del suo presbiterio, specialmente ai più giovani. Ha sviluppato le qualità della relazione che i preti maturi sono chiamati a instaurare con i più giovani: accoglierli con fiducia, per quello che ciascuno è, senza pregiudizi e facili etichette, riconoscendo nell'incontro con essi una chiamata a rinnovarsi personalmente e inserendoli appieno nei vari ambiti della pastorale. L'alleanza fra generazioni di preti attinge all’identità del prete come uomo delle relazioni, che vanno sviluppate prima di tutto all'interno di un'autentica fraternità sacerdotale.

Gli Incontri di studio per sacerdoti al Castello di Urio, che vantano ormai una tradizione pluridecennale: attraverso il contributo dei relatori e lo scambio di esperienze dei partecipanti, vogliono offrire un valido aiuto alla crescita spirituale, pastorale e umana dei sacerdoti.

Li organizza Iniziative Culturali Sacerdotali, associazione sorta dal comune impegno di sacerdoti della Prelatura dell’Opus Dei e di varie diocesi italiane con il progetto di promuovere incontri di studio e di aggiornamento pastorale, occasioni di fraternità sacerdotale e corsi di spiritualità per sacerdoti diocesani.