La Madre del Bell’Amore dell’Università di Navarra, voluta da san Josemaría

Quando attraversano Pamplona, i pellegrini del cammino di Santiago scorgono una piccola cappella dove si venera un’immagine della santa Maria Madre del Bell’Amore. La cappella e l’immagine si devono a san Josemaría e all’università di Navarra. In questa intervista di Claudio Marcellino a don Alejandro Pardo, cappellano dell’università, originariamente pubblicata su "Maria con te", viene raccontata l'origine di questa icona mariana.

L’idea di un'icona della Madonna nel campus universitario fu di san Josemaría. Ci parla del suo rapporto con Maria?

San Josemaría considerava Maria Santissima come Madre e si intratteneva con Lei con grande confidenza e affetto filiale. In nulla desiderava che i suoi figli spirituali lo imitassero se non per l’amore che aveva per la Madonna. Da qui l’iniziativa del santo di riscoprire la devozione mariana valorizzando le immagini che si trovano nelle edicole delle nostre città e visitando come pellegrinaggio santuari mariani di tutto il mondo, e incoraggiando persone di tutti i continenti ad amare Maria.

Secondo il santo fondatore, che relazione c’è tra la Madonna e l’istituzione universitaria?

Una delle iniziative promosse da san Escrivá è proprio l’università della Navarra, che nasce con una prima facoltà nel 1952, 70 anni fa, allo scopo di formare, come disse lo stesso santo, “uomini e donne dotti con una concezione cristiana della vita… che in questo ambiente, particolarmente adatto alla riflessione serena, si coltivi la scienza sotto solidi princìpi e che la sua luce possa proiettarsi in tutti gli ambiti del sapere”. Era consapevole che questo impegnativo progetto non poteva divenire realtà senza la protezione materna della Madonna. Per questo san Josemaría affidò la nascente università alla protezione della Vergine e fece porre numerose immagini della Madonna nei vari edifici dell’Università.

Ci può parlare della statua della Madonna che il fondatore fece realizzare per l’Ermita e poi regalò all’Università?

Il fondatore dell’Università incaricò lo scultore romano Pasquale Sciancalepore di realizzare una statua in marmo e diede precise indicazioni sulla sua fattura. In una nota autografa del 19 aprile 1963, san Josemaría scrisse come doveva essere e aggiunse un messaggio per lo scultore: “Dica ogni giorno un’Ave Maria alla Madonna, prima di mettersi a lavorare”. Lo scultore ha seguito fedelmente queste istruzioni e ha cesellato l’immagine, alta circa 1.70 metri, in marmo statuario bianco lucido e patinato. È una caratteristica immagine, come Madre e Regina, piena di maestà e dolcezza. La vergine è seduta: un velo le raccoglie i capelli e le scende sulle spalle. Il mantello, bordato d’oro, cade a pieghe sulla tunica. Il Bambino, in piedi su una pila di libri, stretto alla vita dal braccio della Madre, benedice con una mano e nell’altra ha una rosa d’oro. Sul dorso dei libri compaiono i titoli delle due prime facoltà civili, Diritto Civile e Medicina, e quello della prima facoltà ecclesiastica, Diritto Canonico. La statua realizzata è di grande bellezza, fu terminata alla fine del 1964 e rimase a Roma, nella sede centrale dell’Opus Dei, fino al momento opportuno.

Come iniziò il legame tra i giovani studenti dell’Università e la Madonna dell’Ermita?

Nell’ottobre 1964 a Pamplona san Josemaría parlando con un gruppo di li invitò ad “entrare a trovare” la Madonna a Roma. Risposero all’invito il 21 novembre 1965, quando il papa Paolo VI benedisse quella statua durante l’inaugurazione della nuova parrocchia di san Giovanni Battista al Collatino, affidata ai sacerdoti dell’Opus Dei, e del centro Elis, dedicato alla formazione professionale dei giovani lavoratori, nel quartiere Tiburtino. In quella circostanza il fondatore spiegò a quei giovani studenti il motivo del titolo Madre del Bell’Amore scelto per la vergine dell’Ermita: “Affinché non abbiate paura dell’amore umano, limpido e nobile, come quello dei nostri genitori… Non vergognatevi di avere una ragazza. Dovete amarla molto, pensando che sarà la madre dei vostri figli”.

Quando fu inaugurata l’Ermita?

L’8 dicembre 1966, solennità dell’Immacolata Concezione. San Josemaría pronunciò queste parole: “Nel pregare davanti a questa immagine… chiedete che ci sia sempre - nella nostra Università e nel mondo - un ambiente di autentica comunità, frutto della cordiale comprensione e del rispetto costante per i diritti degli altri… Chiedo alla Santissima Vergine che benedica l’Università, la città di Pamplona, la Navarra, le sue diverse autorità e la Spagna intera”. Per prepararsi a quell’evento, numerosi studenti, professori, e personale dell'Università parteciparono a una novena presso la chiesa cattedrale di Pamplona, e nei giorni precedenti si recarono all’Ermita a recitare il rosario e cantare inni alla Vergine.

Come viene percepita oggi la presenza della Vergine nell’Ermita del campus della Navarra e quali sono i “frutti” spirituali di tale devozione?

L’Ermita costituisce veramente il cuore pulsante del campus. Colpisce la presenza continua di persone, soprattutto universitari, che quotidianamente vengono a pregare, a lasciare nelle mani di Maria tante intenzioni. Vengono anche molti malati, e i loro parenti, dalla vicina Clinica Universitaria. L’immagine dell’Ermita del campus ci rende davvero presente la Madre del Bell’Amore, che accoglie tutti i suoi figli e le sue figlie con tutte le loro necessità.


Intervista pubblicata sull'edizione cartacea del settimanale "Maria con te" del 2 ottobre 2022.