La fede a 20 anni (9): Condividere la fede

È possibile parlare di qualsiasi cosa con un'amica? Anche di Dio? E se non crede? A Carla, che studia Diritto in Argentina, piace molto cantare: nel video ci parla del suo hobby e ci spiega che cosa significa per lei la vera amicizia.

Per me la fede significa molto. Per quanto sembri soltanto una parola, è il centro della mia vita. È un dono di Dio e lo devi chiedere; è per questo che cerco di chiederlo tutti i giorni.

Con un’amica fai di tutto, da morire ridendo a crepapelle fino a chiamarla alle tre di notte perché hai un problema. Condividi tutto, ovvero, tutto quel che sono. E anch’esse mi accettano per quel che sono e come sono. Imparo un sacco di cose da ogni mia amica, cose diverse a seconda di come sono loro. Da una imparerò a essere puntuale, dall’altra a essere generosa...

Avere un amico non vuol dire conoscere qualcuno e basta. Un amico è uno con il quale parli, è uno con il quale condividi cose intime. A lui dici quello che pensi, senza nessuna difficoltà. Non tutte le mie amiche sono vicine a Dio. Non tutte le mie amiche credono in Dio. E quando sono tristi non sai come dire loro, come spiegare loro, che non c’è motivo di essere tristi.

Canto da quando ero molto giovane. Cantare mi piace, ma quello che più mi piace quando canto è tirare fuori quello che ho dentro di me. E che gli altri mi capiscano mi piace assai. Qualcosa di simile accade con le mie amiche e con Dio. Dio lo sento a tal punto dentro di me che la prima cosa che vorrei fare è trasmetterlo. E quando si presenta l’occasione parlo di Dio alle mie amiche. Ovviamente, rispettando sempre la loro libertà perché neppure bisogna soffocarle.

Trasmettere alle mie amiche quel che Dio è, costa sempre. Per di più io sono molto timida in queste cose, e allora prima di tutto ne parlo con Dio. Poi faccio una piccola mortificazione e prego Dio per loro, e alla fine parlo con loro.

Che una tua amica si avvicini a Dio è una gioia molto grande, grandissima!

Devi diventare un vero amico dei tuoi amici: “aiutarli”. Anzitutto, con l’esempio della tua condotta. E poi, con il tuo consiglio e con l’ascendente che l’intimità conferisce. San Josemaría, Solco, n. 731