Il Campus Bio-Medico compie dieci anni e si regala un ospedale

“Oggi alla cerimonia per l’anniversario ci sarà anche il Presidente Ciampi”. Articolo pubblicato su Il Corriere della Sera del 15 ottobre 2003.

Per la posa della prima pietra è già quasi tutto pronto: sono state già montate anche le gru, per iniziare i lavori si aspettano solo le ultime autorizzazioni. E dall'enorme cantiere di Trigoria nascerà, “entro il 2006", come assicura il Rettore Vincenzo Lorenzelli, il nuovo e definitivo Campus Bio-Medico, oggi ospite delle strutture del Rome American Hospital di via Longoni.

Sui 60 ettari (in parte donati e in parte venduti da Alberto Sordi) del futuro complesso sorgeranno un Policlinico da 250 posti letto, 18 sale operatorie, 70 ambulatori e un polo oncologico. Ci sarà anche (ma entro il 2006 sarà realizzato solo in parte) un centro di ricerca ultratecnologico per la Biomedicina e Bioingegneria, che sarà diviso in due edifici collegati da corridoi aerei, per non danneggiare la strada romana scoperta nel sottosuolo.

Ma il progetto complessivo, che dovrebbe essere realizzato entro 10 anni, comprende anche un albergo per le famiglie dei pazienti e dei “visiting professors", con 50 posti letto, due residenze per studenti, oltre al Centro per la salute dell'anziano, già attivo. La struttura, realizzata sul terreno donato da Sordi alla Fondazione che porta il suo nome, offre ogni giorno attività e compagnia per oltre 70 anziani. C'è un pulmino che va a prenderli a casa la mattina e li riporta indietro alla sera, dopo la lettura collettiva dei giornali, il corso di yoga, il bricolage: al momento per esempio le signore stanno cucendo le lenzuola per il nuovo ospedale. Il costo previsto per l'intero complesso è di 157 milioni, che saranno coperti da donazioni, investimenti privati e fondi pubblici.

Il futuro del Campus è legato al suo passato: oggi il presidente Ciampi parteciperà alla cerimonia per il decennale dell'ateneo e l'inaugurazione dell'anno accademico. Nato dall'iniziativa dell'Opus Dei e realizzato con fondi pubblici e privati, il Campus ha finora puntato solo su Medicina e Bioingegneria. “Ma non escludiamo in futuro di aprire nuove facoltà - spiega il presidente del Campus, Paolo Arullani - Siamo molto interessati alle scienze sociali, come l'antropologia applicata, e alla Didattica, un tema che stava molto a cuore anche al fondatore dell'Opus Dei, Josemaría Escrivá. Anche se abbiamo scelto di partire dalla medicina e dalla ricerca sulle nuove tecnologie, per essere di aiuto a chi soffre".

Nello stesso spirito il Campus ha avviato progetti di formazione nel Congo, a Kinshasa, per medici e infermieri. Oltre ad una ricerca sul diabete in Africa, condotta dal professor Paolo Pozzilli, direttore dell'area di Endocrinologia del Campus: “E' un settore ancora inesplorato, ci sono patologie tutte da studiare legate anche all'emigrazione: come i filippini che in Italia vengono colpiti da infarto per il troppo cibo, cui non sono abituati. E hanno la più alta incidenza di malattie cardiovascolari nel nostro Paese nella fascia d'età fino ai 40 anni".

Ester Palma // Il Corriere della Sera