I santi di Wojtyla

Padre Pio, Escrivá e Madre Teresa

La stagione delle grandi santità per il momento appare chiusa: quando fra pochi mesi anche Madre Teresa di Calcutta salirà agli onori degli altari, a furor di popolo e per l’appassionata benevolenza del Papa, si potrà dire che la Chiesa cattolica ha dato il meglio di sè, pontefici esclusi, in termini di modelli da imitare.

Con tutto il rispetto dovuto ai circa cinquecento venerabili servi di Dio, i cui dossier attendono pazientemente alla Congregazione per le Cause dei Santi.

Ma nessuno di loro appare in grado di competere, in termini di passione popolare, con quello a cui abbiamo assistito ieri, e che probabilmente vedremo quando sulla facciata di San Pietro sarà scoperto il volto di madre Teresa, come vuole la liturgia nella beatificazione.

Consacrando il «trittico» - Padre Pio, Josemaría Escrivá, Madre Teresa, tre carismi e personalità diversissime fra di loro - in poco meno di un anno, Giovanni Paolo II suggella un’altra stagione straordinaria di un pontificato ricco di eventi eccezionali.

Papa Wojtyla emerge come il vero protagonista di questa «ondata» di santità. Paolo VI, e Giovanni Paolo I, avevano una buona opinione di Escrivá e della sua Opera.

Giovanni Paolo II non ha avuto timore nel trarre conseguenze pratiche dalla sua stima per l’Opus Dei, vincendo resistenze e ostilità ancora non totalmente scomparse nella Chiesa; neanche oggi, quando ha posto il sigillo dell’infallibilità su San Josemaría.

Anche Padre Pio ha appreso quanto possa essere crudele il mondo ecclesiastico verso i suoi figli, tanto da configurare una vera e propria persecuzione.

Anche per lui la devozione del Papa regnante - oltre a quella popolare - ha vinto resistenze sorde, alimentate nel dopo Concilio dai pregiudizi che assimilavano a superstizione tutto ciò che riguardava la religiosità popolare.

La stella di Madre Teresa invece è sbocciata lontano dai travagli politici e ideologici del secolo scorso, e per lei Papa Wojtyla non ha dovuto combattere nessuna battaglia interna alla chiesa.

Ha permesso però, con una deroga eccezionale, che la sua «causa» cominciasse pochi mesi dopo la morte, invece di attendere i cinque anni canonici.

Così assistiamo all’evento, assolutamente straordinario, di Madre Teresa proclamata beata in un momento in cui il suo processo sarebbe stato appena agli inizi. Una decisione che anche in questo caso ha reso Giovanni Paolo II protagonista.

Marco Tosatti // La Stampa