Formazione cristiana e bimbi piccoli: come fare?

Chi ha figli, specialmente le mamme, spesso è in difficoltà quando bisogna partecipare a un ritiro spirituale o a un’attività di formazione cristiana che duri più di un giorno. Due mamme raccontano una nuova esperienza: un’attività di formazione di qualche giorno con servizio di babysitting incluso.

“Oggi è necessario creare e cercare di combinare soluzioni - spiega Mapi, soprannumeraria romana che vive a Milano con suo marito e con i tre figli Federico (6 anni), Cristina (quasi 5 anni) e Agostino (2 anni) - in cui si riesca a conciliare la vita familiare con la formazione spirituale delle persone dell’Opera”.

Di solito, per le persone dell’Opus Dei ogni anno vengono organizzate alcune giornate di studio e convivenza rivolte ai soprannumerari e alle soprannumerarie. Nonostante abbiano la durata di pochi giorni però può capitare, soprattutto a chi ha uno o più bambini piccoli a casa, di avere difficoltà a ritagliarsi anche solo qualche giorno per la formazione.

le mamme dovevano avere modo di vivere a pieno la formazione e i bambini dovevano tornare a casa felici.

Proprio questa esigenza ha portato, nell’estate del 2018, al primo tentativo di organizzare una settimana di studio coinvolgendo anche i bambini. L’organizzazione di questo progetto pilota non era stata sufficiente da permettere alle mamme di godersi davvero la settimana, ma alcune partecipanti ne hanno visto il potenziale e nei primi mesi del 2019 hanno provato a rilanciare il progetto coinvolgendo altre mamme e dandosi da fare per pensare a una soluzione in grado di andare incontro alle loro esigenze.

Formazione per le mamme e felicità per i bambini

L’obiettivo era trovare una soluzione che accontentasse tutti: le mamme dovevano avere modo di vivere a pieno la formazione e i bambini dovevano tornare a casa felici. Una volta trovata una nuova struttura - meno isolata e con tanto spazio all’aperto - e stabiliti orari e ritmi adatti ai bambini, la convivenza ha avuto luogo nel mese di luglio dello stesso anno. Tra le organizzatrici è stata coinvolta anche Mapi, che ha raccontato: “Questa volta è stata un successo. Ci siamo divertite e abbiamo avuto ciò che desideravamo: la possibilità di ricevere la formazione, di stare insieme ad altre persone dell’Opera che condividono la nostra stessa condizione e di far contenti i nostri figli”.

Subito dopo il Covid ha fermato il progetto per un paio d’anni. “Non ci siamo arrese: ci abbiamo riprovato nell’estate del 2022. Abbiamo optato per un’altra struttura in provincia di Brescia con stanze grandi per mamme e figli: ormai avevamo chiaro ciò che era imprescindibile, cioè molto spazio per i bambini e un’organizzazione specifica del menù e degli orari. L’organizzazione della settimana di studio per mamme e bambini era definitivamente in piedi”.

Sembrava tutto pronto quando ci si è trovati davanti a un altro ostacolo: la mancanza di adesioni, dovuta in gran parte ai dubbi e alle incertezze che aveva portato il Covid. A questo punto un doppio lampo di genio ha risolto la situazione: sono state invitate a partecipare all’attività anche soprannumerarie più grandi, senza l’impegno di figli piccoli, e si è organizzata un’attività di volontariato per qualche ragazza liceale disposta a stare con i bambini durante le attività di formazione.

siamo tornate a casa tutte con un entusiasmo e una gioia incredibili.

La settimana di studio si è svolta in un grande casale nel Bresciano formato da una struttura antica con la cucina e le sale da pranzo e un’altra struttura adiacente più moderna. Laura, una soprannumeraria che vive a Verona e ha chiesto l’ammissione all’Opus Dei nel 1991, ha raccontato: “La casa era perfetta: aveva spazi per ogni tipo di attività e molto verde intorno. Le camere erano spartane ma era tutto pulito e studiato per essere alla portata di tutti: la struttura è stata in grado di accogliere giovani mamme con figli piccoli, soprannumerarie senior e addirittura la mamma novantenne di una di loro”.

Aria di famiglia e senso pratico

“Il clima era sereno e piacevole e tutti cercavano di collaborare - ricorda Mapi -: condividevamo tutti il desiderio di vivere bene la settimana di studi e anche i bambini sono stati molto contenti. Sicuramente il merito va in gran parte alle giovani volontarie, che sono state bravissime perché hanno saputo adeguare le attività agli interessi dei bambini, pur non conoscendoli”. E Laura ha continuato: “Si è respirata un’aria di famiglia, c’erano tanti bambini che vivacizzavano l’ambiente e tante donne per cui pregare e con un senso pratico incredibile. È questo quello che mi piace dell’Opera: non ci si limita a chiedere le cose o a pregare per ottenerle - anche se la preghiera non manca mai -: ci si dà da fare e ci si rimbocca le maniche per risolvere concretamente un problema o raggiungere un obiettivo”.

Mapi ha ammesso: “Il plus è stata proprio la presenza delle soprannumerarie più grandi: ha aumentato la bellezza dello stare con persone dell’Opus Dei e il fatto di condividere qualche giorno con chi ha l’esperienza ventennale del matrimonio e figli ormai grandi ci ha alleggerite”. Dal canto suo, Laura ha aggiunto: “Noi senior abbiamo avuto tanta compagnia. Mi sono confrontata con tante donne che erano con me e ho notato che siamo tornate a casa tutte con un entusiasmo e una gioia incredibili. Ci siamo fatte delle grandi risate e la presenza dei bambini ha sicuramente contribuito a rendere tutto più speciale. Spero davvero che in futuro questo modello venga replicato in tutta Italia per permettere a tante altre persone di vivere un’esperienza così bella”.