"Anni di clandestinità". Un libro sull’Opus Dei durante la guerra civile spagnola

È disponibile in formato cartaceo e digitale un volume sulla vita del fondatore e dei primi membri dell’Opus Dei nella guerra civile spagnola. A seguito della notizia offriamo un estratto del volume.

Anni di clandestinità. L’Opus Dei nella zona repubblicana durante la guerra civile spagnola (1936-1939) è disponibile in formato cartaceo a 19,99 €, o in digitale al prezzo di 4,99 €.

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Il prof. José Luis González Gullón, membro ordinario dell’Istituto Storico Josemaría Escrivá, ha pubblicato la monografia Anni di clandestinità. L’Opus Dei nella zona repubblicana durante la guerra civile spagnola (1936-1939). La traduzione è di Vittorio Varvaro e l’edizione italiana è stata affidata a Cosimo di Fazio.

Il libro spiega come, all'inizio della Guerra Civile Spagnola, nel 1936, san Josemaría e la maggior parte dei membri dell’Opus Dei hanno cercato ricoveri per fuggire dalla dura repressione rivoluzionaria. 

Nel corso dei mesi, i rifugi e gli asili diplomatici smisero di essere luoghi sicuri e si tentarono le fughe e le spedizioni verso l’estero. Grazie alla cura di san Josemaría, l’Opus Dei sopravvisse in mezzo alla tragedia collettiva creata dal conflitto armato.


Estratto di Anni di clandestinità. L’Opus Dei nella zona repubblicana durante la guerra civile spagnola (1936-1939):

“La famiglia proprietaria dell’alberghetto di calle Serrano aveva collocato sul bancone della casa un foglio con la bandiera argentina, come se si trattasse di uno spazio protetto. Fino a quel momento lo stratagemma aveva funzionato. Inoltre il villino era addossato a un edificio della Direzione Generale della Sicurezza, sicché sembrava far parte di un unico corpo di fabbrica. Niente faceva sospettare che vi fossero persone nascoste al suo interno, tanto vicino a un centro della polizia. Per questo motivo i quattro clandestini – Escrivá, Jiménez Vargas e i due fratelli Portillo – trascorsero venti giorni in relativa pace. Cercavano di muoversi in modo da non farsi notare; essi, invece, ascoltavano perfettamente le conversazioni dei miliziani quando tenevano le finestre aperte. Il loro unico contatto con l’esterno arrivava a loro attraverso una cuoca anziana, che ‘ogni tanto si prendeva gioco dei miliziani con un linguaggio molto crudo’ e Selesio, l’autista del padrone di casa, che ogni tanto si faceva vedere da quelle parti.

Non potendo celebrare la Messa, il fondatore recitava la Messa secca con pietà e mantenne viva la sua preghiera per ognuno dei suoi figli spirituali. Inoltre – ricordava Álvaro Portillo alcuni anni dopo –, ‘dirigeva la meditazione e ci aiutava ad avere giornate molto occupate. Siccome non potevamo né leggere né studiare, si inventava il modo di distrarci e occupare il tempo nei momenti liberi, che erano pochissimi. Per esempio, ci insegnò a giocare a tresette. Fu molto didattico. Né mio fratello, né Juan, né io sapevamo le regole. Il Padre l’aveva imparato dal Nonno. Ci insegnò quel gioco, ma barava spudoratamente’; in tal modo faceva passare a tutti alcuni momenti divertenti.

Il 1° ottobre – vigilia dell’ottavo anniversario della fondazione dell’Opera – domandò ad Álvaro: ‘Che carezza ci riserverà il Signore?’. La risposta non si fece attendere. Ramón Portillo. fratello di Álvaro, arrivò con notizie allarmanti. I miliziani ‘avevano perquisito il domicilio dei proprietari della villetta dove si trovavano e [avevano] assassinato sei persone di quella famiglia, tra le quali un sacerdote. Ora andavano perlustrando le abitazioni dei parenti e dei conoscenti. Bisognava abbandonare immediatamente quel rifugio’. José María Escrivá diede l’assoluzione ai presenti. A quel punto ebbe paura del rischio, reale e imminente, di essere arrestato e fucilato. Benché si rallegrasse al pensiero che, se lo ammazzavano, sarebbe andato in Cielo, ebbe per un certo tempo un forte tremito alle gambe.

Quel pomeriggio Jiménez Vargas andò a casa dei genitori. José María Escrivá s’incontrò per strada con José María González Barredo. Barredo gli diede la chiave di un appartamento che, in base alle sue informazioni, era assolutamente sicuro. Il sacerdote domandò se altre persone vivevano nell'appartamento. José María rispose che sarebbe stato solo, servito da una domestica di ventidue o ventitré anni. Il fondatore reagì energicamente: gettò la chiave in un tombino e ricordò a José María che egli aveva un impegno di celibato con Dio e che, per questo motivo, non poteva accettare il suo aiuto: ‘Non ti rendi conto che sono sacerdote e che, con la guerra e la persecuzione, tutti quanti abbiamo i nervi a pezzi? Non posso e non voglio stare chiuso giorno e notte con una donna giovane’. E ritornò nell'appartamento di calle Serrano”.


Anni di clandestinità. L’Opus Dei nella zona repubblicana durante la guerra civile spagnola (1936-1939) è disponibile in formato cartaceo a 19,99 €, o in digitale al prezzo di 4,99 €.

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Dello stesso autore: I primi anni dell’Opus Dei. La fondazione e la residenza DYA (1928-1939). Disponibile in formato cartaceo a 18,99, o in digitale al prezzo di 2,99 €.

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