Tema 14. Come agisce lo Spirito Santo nella Chiesa

Lo Spirito Santo agisce nella Chiesa per mezzo dei sacramenti. Siamo soliti dire che lo Spirito Santo è come l’anima della Chiesa, perché compie in essa alcune delle funzioni che l’anima compie nel corpo: la vivifica, la spinge alla missione, la unifica nell’amore. È il maestro interiore che parla nel cuore dell’uomo, gli fa scoprire i misteri di Dio, gli fa capire che cosa piace a Dio.

1. Lo Spirito Santo, che cos’è per la Chiesa

Nella Sacra Scrittura lo Spirito Santo è chiamato con vari nomi: tra gli altri, Dono, Signore, Spirito di Dio, Spirito di Verità e Paraclito. Ognuna di queste parole ci indica qualcosa della Terza Persona della Santissima Trinità. È “Dono” perché ce lo danno il Padre e il Figlio: lo Spirito è venuto ad abitare nei nostri cuori[1], Egli è venuto per rimanere sempre con gli uomini. Inoltre, da Lui procedono tutte le grazie e i doni, il più grande dei quali è la vita eterna con le altre Persone divine. In Lui abbiamo accesso al Padre attraverso il Figlio.

Lo Spirito è “Signore” e “Spirito di Dio”, nomi che nella Sacra Scrittura si attribuiscono solo a Dio, perché Egli è Dio con il Padre e il Figlio. È “Spirito di Verità” perché ci insegna tutto quello che Cristo ci ha rivelato, perché guida e conserva la Chiesa nella verità. È “l’altro” Paraclito (Consolatore, Avvocato) promesso da Cristo, che è il primo Paraclito. Il testo greco dice “l’altro” Paraclito e non un paraclito “diverso” per indicare la comunione e la continuità fra Cristo e lo Spirito.

Nel Simbolo Niceno-Costantinopolitano preghiamo: «Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato e ha parlato per mezzo dei profeti». In questa frase i Padri del Concilio di Costantinopoli (a. 381) vollero inserire alcune delle espressioni bibliche con le quali si chiamava lo Spirito. Dicendo che “dà la vita” facevano riferimento al dono della vita divina che Dio fa all’uomo. Essendo Signore e datore di vita, è Dio e riceve la stessa adorazione delle altre due Persone divine e la riceve con esse. Alla fine della frase hanno voluto indicare la missione dello Spirito: ha parlato per mezzo dei profeti. I profeti sono quelli che parlavano in nome di Dio mossi dallo Spirito. L’opera rivelatrice dello Spirito nelle profezie dell’Antico Testamento trova la sua pienezza nel mistero di Gesù Cristo, la Parola definitiva di Dio.

«Sono numerosi i simboli con i quali si rappresenta lo Spirito Santo: l'acqua viva, che scaturisce dal cuore trafitto di Cristo e disseta i battezzati; l'unzione con l'olio, che è il segno sacramentale della Confermazione; il fuoco, che trasforma ciò che tocca; la nube, oscura o luminosa, in cui si rivela la gloria divina; l'imposizione delle mani, per cui viene dato lo Spirito; la colomba, che scende su Cristo e rimane su di lui al battesimo»[2].


2. L’invio dello Spirito Santo nella Chiesa

La Terza Persona della Santissima Trinità coopera con il Padre e con il Figlio fin dall’inizio del Disegno della nostra salvezza e sino alla sua consumazione, ma negli “ultimi tempi”, inaugurati nell’Incarnazione redentrice del Figlio, lo Spirito si è rivelato e ci è stato dato, è stato riconosciuto e accolto come Persona[3]. Per opera dello Spirito, il Figlio di Dio ha assunto la carne nelle viscere della Vergine Maria. Lo Spirito lo ha unto fin dall’inizio; perciò Gesù Cristo è il Messia fin dall’inizio della sua umanità[4]. Gesù Cristo rivela lo Spirito con il suo insegnamento, adempiendo la promessa fatta ai Patriarchi[5] e lo comunica alla Chiesa nascente alitando sugli Apostoli dopo la sua Risurrezione[6]. A Pentecoste lo Spirito fu inviato per rimanere da quel momento nella Chiesa, il Corpo mistico di Cristo, vivificandola e guidandola con i suoi doni e con la sua presenza. Egli vive in essa come lo è stato nel Verbo Incarnato. Perciò si dice anche che la Chiesa è Tempio dello Spirito Santo.

Il giorno di Pentecoste lo Spirito è disceso sugli Apostoli e sui primi discepoli, mostrando con segni esteriori come esso vivifichi la Chiesa fondata da Cristo. La missione di Cristo e dello Spirito diventa la missione della Chiesa, inviata per annunciare e diffondere il mistero della comunione trinitaria[7]. Lo Spirito fa entrare il mondo negli “ultimi tempi”, nel tempo della Chiesa.

L’animazione della Chiesa da parte dello Spirito Santo garantisce che si approfondisca, si conservi sempre vivo e senza perdita, tutto ciò che Cristo ha detto e ha insegnato nei giorni in cui visse sulla terra fino alla sua Ascensione; inoltre, attraverso la celebrazione e l’amministrazione dei sacramenti, lo Spirito santifica la Chiesa e i fedeli, facendo sì che essa continui sempre a condurre le anime a Dio.

«Nella Trinità indivisibile, il Figlio e lo Spirito sono distinti ma inseparabili. Dal principio alla fine dei tempi, infatti, quando il Padre invia suo Figlio, invia anche il suo Spirito che ci unisce a Cristo nella fede, affinché possiamo, da figli adottivi, chiamare Dio “Padre” (Rm 8,15). Lo Spirito è invisibile, ma noi lo conosciamo attraverso la sua azione quando ci rivela il Verbo e quando agisce nella Chiesa»[8].

«La discesa solenne dello Spirito il giorno di Pentecoste non fu un evento isolato. Quasi non c’è pagina degli Atti degli Apostoli in cui non si parli di Lui e dell’azione con cui Egli informa, dirige e vivifica la vita e le opere della comunità cristiana primitiva [...]. La realtà profonda che il testo della Sacra Scrittura ci fa conoscere non è un ricordo del passato, un’età dell’oro della Chiesa che si perde nella lontananza dei tempi. È invece, al di sopra delle miserie e dei peccati di ciascuno di noi, anche la realtà della Chiesa di oggi e della Chiesa di tutti i tempi»[9].


3. L’azione sulla Chiesa dello Spirito Santo

Lo Spirito Santo agisce sempre con Cristo, da Cristo e uniformando i cristiani a Cristo. La sua azione si compie nella Chiesa mediante i sacramenti. In essi Cristo comunica il suo Spirito ai membri del suo corpo e offre loro la grazia di Dio, che dà frutti di vita nuova, secondo lo Spirito. Inoltre lo Spirito Santo agisce elargendo grazie speciali ad alcuni cristiani per il bene di tutta la Chiesa, ed è il Maestro, ricordando a tutti i cristiani quello che Cristo ha rivelato[10]. Cristo e lo Spirito sono “le due mani di Dio”, le due missioni dalle quali è scaturita la Chiesa (Sant’Ireneo di Lione).

«Lo Spirito edifica, anima e santifica la Chiesa: Spirito d'Amore, egli ridona ai battezzati la somiglianza divina perduta a causa del peccato e li fa vivere in Cristo secondo la Vita stessa della Trinità Santa. Li manda a testimoniare la Verità di Cristo e li organizza nelle loro mutue funzioni, affinché tutti portino “il frutto dello Spirito” (Gal 5,22)»[11].

Quando diciamo nel Credo che “credo nello Spirito Santo; la Santa Chiesa Cattolica”, stiamo affermando che crediamo nello Spirito Santo che opera nella Chiesa, santificandola, edificandola a misura di Cristo, spingendola a realizzare la missione che le è stata affidata. Anche se l’espressione letterale nelle lingue vernacole sembra affermare che l’atto di fede è diretto alla Chiesa, non è così nella lingua latina. L’atto di fede è rivolto a Dio e non alle opere di Dio. La Chiesa è un’opera di Dio e nel credo affermiamo di credere che essa è un’opera di Dio[12].

Siamo soliti dire che lo Spirito Santo è come l’anima della Chiesa perché compie in essa alcune delle funzioni che l’anima compie nel corpo: la vivifica, la spinge alla missione, la unifica nell’amore. Comunque la relazione dello Spirito Santo con la Chiesa non è identica a quella che c’è tra l’anima e il corpo umano, che costituiscono una persona. Perciò non diciamo che la Chiesa è la personificazione dello Spirito né una sua incarnazione.

L’azione dello Spirito Santo nella Chiesa si concretizza inoltre nel suo continuo intervento nell’anima di tutti i cristiani. Infatti, a parte la sua azione nei sacramenti, lo Spirito ci fa crescere in Cristo, fino a raggiungere la statura dell’uomo perfetto. È il maestro interiore che parla nel cuore dell’uomo, gli fa scoprire i misteri di Dio, gli fa capire quello che Dio gradisce, la sua divina e amorevole Volontà per ognuno di noi. Lo Spirito ci insegna a rivolgerci a Dio, a parlare con lui[13], e ci aiuta a valutare ogni cosa con il senso della fede.

Questo dono dello Spirito ci aiuta a percepire le cose, gli avvenimenti, le persone, i moti interiori dell’anima, valutandoli a seconda che ci avvicinano o ci allontanano da Dio. Ci fa scoprire anche in che modo possiamo orientarli alla pienezza alla quale sono chiamati, aiutandoci così a collaborare nella costruzione del regno di Dio.

L’azione dello Spirito Santo nella Chiesa, pertanto, è molto varia: agisce sulla gerarchia, sui sacramenti, attraverso i doni non sacramentali e nell’intimo del cuore di ogni cristiano, arrivando fin negli anditi più intimi del corpo ecclesiale. Ed è volta a unificare tutti gli uomini con Cristo e in tal modo a unire l’umanità e portare la creazione a quella pienezza alla quale Dio l’aveva destinata[14]. Essendo così intimamente unita alla missione della Chiesa e operando in essa, di solito non diciamo che la Chiesa sostituisce o aumenta di qualcosa la missione di Cristo e dello Spirito: prolunga invece la missione di Cristo e fa presenti le due missioni divine.

Per tutto ciò che abbiamo detto, la Chiesa è il “tempio dello Spirito Santo”, perché Egli vive nel corpo della Chiesa e la edifica nella carità con la parola di Dio, con i sacramenti, con le virtù e i carismi[15]. Come Cristo fu il vero tempio dello Spirito Santo[16], questa immagine indica anche che ogni cristiano è Chiesa e tempio dello Spirito Santo. I carismi sono doni che lo Spirito concede a ogni persona per il bene degli uomini, per le necessità del mondo e in particolare per la edificazione della Chiesa. Ai pastori compete individuare e valutare i carismi[17].

Miguel de Salis


Bibliografia di base

- Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 683-701; 731-741.

- Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 136-146.

- San Giovanni Paolo II, Catechesi sullo Spirito Santo (agosto-dicembre 1989).

- Papa Francesco, Udienza, 17-III-2021.


[1] Gal 4, 6.

[2] Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 139.

[3] Cfr. Ivi, n. 686.

[4] Cfr. Lc 1, 35.

[5] Cfr. Lc 4, 18.

[6] Cfr. Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 143.

[7] Cfr. Ivi, n. 144.

[8] Ivi, n. 137.

[9] San Josemaría, È Gesù che passa, nn, 127-128.

[10] Cfr. Gv 14, 25.

[11] Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 145.

[12] Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 750.

[13] Cfr. Rm 8, 26.

[14] Cfr. Ivi 8, 19-22.

[15] «Quando, dunque, invochi Dio Padre, ricordati che è stato lo Spirito, che, muovendo la tua anima, ti ha dato questa preghiera. Se non esistesse lo Spirito Santo non ci sarebbe nella Chiesa alcuna parola di sapienza o di scienza, perché sta scritto: è dato dallo Spirito il linguaggio di sapienza (cfr. 1 Cor 12, 8) [...]. Se lo Spirito Santo non fosse presente, la Chiesa non esisterebbe; ma se la Chiesa esiste, è sicuro che lo Spirito Santo non manca», San Giovanni Crisostomo, Sermones panegirici in solemnitates D. N. Iesu Christi, om. 1, De Sancta Pentecostes, nn. 3-4 (PG 50, 457).

[16] Gv 2, 19-22.

[17] 1 Ts 5, 20-22; cfr. Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 160.