Roberto e Daniele, due italiani diaconi

Roberto e Daniele sono due fedeli aggregati dell’Opus Dei, vengono dai due opposti poli dell’Italia e sono di due generazioni differenti, ma sabato entreranno insieme nel sacramento dell’ordine sacerdotale venendo ordinati diaconi. In questo articolo abbiamo raccolto la loro testimonianza.

Sabato 18 novembre, 29 fedeli dell’Opus Dei, provenienti da 19 paesi, riceveranno l’ordinazione diaconale nella basilica di Sant’Eugenio, a Roma. Tra questi ci sono anche Roberto e Daniele, che saranno i primi aggregati dell’Opus Dei italiani a ricevere questo dono. Ecco le loro storie.

Roberto, da una scuola arroccata sulle montagne

1988, Sicilia. Un giovane romano è in viaggio per l’entroterra siciliano a bordo di una FIAT 127 abbondantemente usata. La sua missione: promuovere un corso di formazione per “Tecnici del territorio” che si sarebbe tenuto presso il Centro ELIS l’anno seguente. Quella mattina di maggio Pierluigi, questo il suo nome, aveva già presentato il corso in tre istituti tecnici, con discreto successo: “Fui attratto dal grande vulcano che sovrasta Catania, l'Etna, e, nonostante fosse quasi ora di pranzo e avessi individuato una bella trattoria, cercai una scuola da quelle parti. Telefonando al preside mi concesse di andare verso le 13:30, poco prima dell’orario di uscita. La Scuola era ad Adrano un paesino arroccato sulla montagna esposto verso l’interno con le spalle verso il mare. Confesso di essere stato in dubbio fino all’ultimo perché c’era una sola classe quinta e poi c’era tanta strada, tutte curve. Ricordo chiaramente Roberto, con un grande ciuffo moro che gli copriva abbondantemente la fronte, e che insieme agli altri alunni mi aspettava spalle al muro e in piedi in un salone vicino all’entrata. Fu l’unico che mi fece domande e fu tra coloro che superò la selezione per i primi trenta tecnici del territorio. Se non fossi passato in quella scuola per parlare con quei dodici ragazzi, oggi non avrei compreso quanto sono vani i nostri bei ragionamenti. Il resto è volontà dello Spirito Santo”.

Quella domanda alla GMG di Czestochowa

"l’intercessione di don Álvaro è stata decisiva per la risposta alla mia chiamata nell’Opus Dei"

“Alla fine dei due anni del corso in ELIS, - racconta Roberto, di 53 anni, originario di Paternò (provincia di Catania), che sabato riceverà l’ordinazione diaconale insieme ad altri 28 fedeli dell’Opus Dei - ebbi l’occasione di partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù di Czestochowa, in Polonia. Nei mesi precedenti avevo iniziato a frequentare i mezzi di formazione cristiana dell'Opus Dei. Una persona che mi seguiva e mi conosceva da vicino mi chiese se avevo mai pensato a diventare dell’Opus Dei vivendo il celibato apostolico. Io non avevo ancora un’idea chiara e decisi di prendere tempo, ma continuando a rimanere in contatto con le persone dell’Opera nei mesi successivi nei quali feci il servizio militare. Per i turni del servizio militare non riuscii a partecipare alla beatificazione di san Josemaría, il 17 maggio del 1992”.

Due anni dopo il servizio militare Roberto è nuovamente a Roma: lavora per una grande società di assicurazioni ed è fidanzato con una ragazza che un giorno gli chiede: “Tu vuoi mettere su famiglia insieme a me?” Roberto ricorda come questa domanda lo colpì: “Lì per lì, risposi di sì, ma dentro di me tornò in mente quanto mi era stato proposto durante la GMG di qualche anno prima”. Qualche tempo dopo la storia con questa ragazza finì e Roberto chiese l’ammissione nell’Opus Dei come aggregato, poche settimane dopo la morte del primo successore di san Josemaría alla guida dell’Opus Dei, il beato Alvaro del Portillo: “Sono convinto - commenta Roberto - che l’intercessione di don Álvaro dal Cielo sia stata decisiva per la risposta alla mia chiamata nell’Opus Dei”.

Dopo il servizio militare Roberto ha studiato Scienze della formazione per gli adulti e successivamente un master in amministrazione d’impresa. Prima di terminare gli studi di teologia, Roberto ha lavorato per oltre vent'anni per il Centro ELIS, occupandosi dei rapporti con le aziende e dello sviluppo della carriera universitaria in Ingegneria Digitale che si svolge nel Centro in collaborazione con il Politecnico di Milano. "Il mondo del lavoro è un luogo privilegiato per costruire relazioni a lungo termine", commenta Roberto. "Un elemento che mantiene vive queste relazioni è aiutare gli altri a lavorare per il bene comune e a favore delle nuove generazioni, e ciò non solo con belle parole, ma con progetti concreti".

Daniele: ho potuto sperimentare l’affetto delle famiglie che avevo intorno

Sabato riceverà l’ordinazione diaconale anche Daniele, classe 1981, nato e cresciuto a Bruzzano - un quartiere nella periferia Nord di Milano - insieme a suo papà, sua mamma e sua sorella maggiore, che è stata come una seconda madre per lui per via dei tredici anni di differenza. In questo contesto ha frequentato fin da piccolo l’oratorio, l’ambiente della parrocchia e la scuola pubblica del quartiere, dove aveva una maestra siciliana bravissima a cui voleva molto bene.

"ho instaurato amicizie profonde che durano ancora oggi con i miei compagni di classe e con le loro famiglie"

Dopo le elementari bisognava scegliere dove continuare il percorso scolastico. “La sorella di mia madre qualche anno prima aveva preso contatti con le Scuole Faes per mio cugino, che ha frequentato lì le medie. I miei genitori si sono informati e si sono interessati alla proposta formativa, che prevedeva il coinvolgimento delle famiglie nel progetto educativo”.

Insieme a un vicino di casa Daniele comincia quindi a frequentare la scuola Argonne: “È stata un’esperienza bellissima, ho instaurato amicizie profonde che durano ancora oggi con i miei compagni di classe e con le loro famiglie, che ho potuto conoscere e frequentare. Sono rimasto sempre al Faes anche negli anni delle superiori. Proprio in quel periodo mio padre si è ammalato e la malattia l’ha portato in Cielo quando frequentavo il quarto anno di liceo. Ho potuto sperimentare tutto l’affetto e tutta la vicinanza delle famiglie che avevo intorno”.

L’avventura dello Zeta Club

Da liceale Daniele ha iniziato a frequentare il club per ragazzi Zeta, grazie al quale ha scoperto che oltre alla formazione accademica esiste quella spirituale. Con il tempo si appassiona così tanto alle attività del club che diventa parte del gruppo degli educatori, mentre è iscritto alla facoltà universitaria di Scienze ambientali, guidato dal desiderio di sposare la sua passione per la natura e per l’ambiente: “La proposta formativa iniziava a intensificarsi. Cominciai a frequentare un centro di aggregati, dove venni a contatto per la prima volta con questa condizione di vivere la vocazione nell’Opera. Iniziai un’approfondita direzione spirituale che mi ha aiutato a discernere come questa vocazione potesse essere effettivamente la mia. La certezza che fosse la cosa giusta l’ho avuta col tempo, ma la modalità con cui potevo aderire all’Opera mi permetteva di rendermi conto anche allora che il guanto si adattava perfettamente alla misura della mia mano. Nel 2005 chiesi l’ammissione all’Opera come aggregato”.

Daniele ha continuato a seguire i ragazzi dei club con un maggior coinvolgimento nell’organizzazione delle attività: “Mi aiutava chiedermi spesso: da piccolo cosa avrei voluto vedere in un tutor? Come mi sarebbe piaciuto essere trattato? Ho cercato sempre di ricordare anche ai tutor più giovani di non tradire quel ricordo e di riconoscere il valore spirituale e soprannaturale di chiedere perdono, anche di fronte a un bambino, anche quando non sembra esserci bisogno: non è giusto che accetti passivamente gli errori degli adulti. Capita a tutti di sbagliare, ma in quei casi ho imparato per primo a rivolgermi a tu per tu a un bambino di nove anni e a chiedergli scusa”.

Dal green building al sacerdozio

"credo di essere cresciuto nell’amore al Signore, al Papa e al prelato dell’Opus Dei"

Le prime esperienze professionali di Daniele sono state nell’ambito del green building e della progettazione sostenibile per progetti che stavano iniziando a Milano per la riqualificazione delle zone di Porta Nuova. In seguito ha cominciato a dedicarsi allo student housing, occupandosi dell’accoglienza di studenti e giovani professionisti che cercavano alloggi a Milano. “Sono stato anche direttore tecnico della residenza di Castelbarco per due anni. Questo mi ha permesso di chiudere il cerchio e di aver vissuto tutti gli ambiti del lavoro apostolico dell’Opus Dei: avevo visto e vissuto in prima persona le scuole, l’attività dei club e dei centri; mi mancava l’opportunità di vivere l’esperienza della residenza. Durante questi anni mi arrivò la proposta di prendere in considerazione la possibilità di terminare gli studi di teologia in ottica di ordinazione. Si tratta degli studi che tutti i fedeli dell’Opus Dei possono portare avanti durante le settimane di formazione annuali. Erano passati un po’ di anni da quella prima disponibilità che avevo espresso ma maturai effettivamente il desiderio di lanciarmi in quest'avventura: mi sono trasferito a Pamplona, ho ottenuto la licenza in teologia morale e ho avuto modo di andare alle radici di dove è iniziato tutto il lavoro dell’Opera”.

Ora Daniele e Roberto si stanno preparando all’ordinazione diaconale: “Ho sperimentato le promesse - racconta Daniele - che il Signore mi ha fatto intendere negli anni passati: credo di essere cresciuto nell’amore al Signore, al Papa e al prelato dell’Opus Dei. Tutto ciò è avvenuto e mi rende felice”.