Pubblicate alcune lettere inedite di san Josemaría ai fedeli dell'Opus Dei

La santificazione della vita ordinaria, l’umiltà, il servizio e l’annuncio di Cristo sono i temi che riempiono quattro lettere che san Josemaría scrisse ai fedeli dell’Opus Dei. Oggi si pubblicano per la prima volta. Intervista al curatore del volume, Luis Cano, dell'Istituto Storico san Josemaría.

Con questo volume ha inizio la pubblicazione di una serie contenente le lettere di san Josemaría ai fedeli dell’Opus Dei. Di che tipo di lettere si tratta?

Sono scritti diretti alle persone dell’Opus Dei di tutti i tempi, non a singoli destinatari. Trattano temi legati allo spirito e alla storia dell’Opus Dei, ma in gran parte sono valide per tutti i cristiani, perché parlano soprattutto della sequela di Gesù, il tema che veramente interessava san Josemaría. Sono pagine nelle quali egli ha voluto riversare la propria esperienza umana e soprannaturale, per trasmettere una dottrina e alcune esperienze di vita, frutto di un’intera esistenza di preghiera e di meditazione.

Sono testi che sorprenderanno per la profondità e la modernità. Nello stesso tempo il loro tono è quanto mai semplice, quasi come in un incontro familiare. Non sono trattati, né omelie o meditazioni: nel leggerle, è facile immaginare il fondatore dell’Opus Dei che scrive o conversa con semplicità con i suoi figli e le sue figlie spirituali.

Perché vengono pubblicate ora? Perché non le si era fatte conoscere prima?

Con la nascita dell’Istituto Storico San Josemaría Escrivá, nel 2001, è iniziata la pubblicazione delle opere complete del fondatore dell’Opus Dei, secondo una metodologia critica, vale a dire, con un attento studio delle fonti. Avviare questo lavoro ha richiesto tempo, ma ormai sono stati pubblicati diversi volumi di questa collana, otto per l’esattezza. Una volta terminata la prima fase, durante la quale sono state editate le opere pubblicate in vita, è venuto il turno degli scritti inediti. Nel 2017 è uscito il primo volume di questo tipo, con testi della predicazione.

Nella fase successiva ci siamo occupati di un altro grande gruppo di scritti inediti, le Lettere, alla cui edizione vari membri dell’Istituto, fra cui io, hanno lavorato per anni, e nella quale riponiamo grandi speranze per il grande valore che hanno, a nostro giudizio. A ogni modo, molti frammenti di queste Lettere erano ben conosciuti, perché da alcuni decenni erano stati citati parzialmente in diverse pubblicazioni.

Luis Cano, dell'Istituto Storico San Josemaría Escrivá.

Potrebbe anticipare gli argomenti principali delle quattro lettere che vengono ora pubblicate?

La prima tratta della santificazione della vita ordinaria e del lavoro in mezzo al mondo, nel quale i cristiani agiscono come il lievito nella massa, cercando di avvicinare tutti, uomini e donne, a Cristo. In altre parole, questo primo testo, relativamente breve, affronta il nucleo del messaggio che l’Opus Dei diffonde. La seconda si concentra sull’umiltà, come virtù irrinunciabile per una vita cristiana e per essere fedeli a Dio. La terza affronta il tema del servizio a Dio, alla Chiesa e a tutti gli uomini che i cristiani sono chiamati a compiere in mezzo al mondo.

Mi sono sembrati particolarmente suggestivi e di grande attualità alcuni brani nei quali parla del ruolo dei fedeli laici nel migliorare e vivificare, con spirito cristiano, le realtà politiche, sociali e culturali nelle quali essi vivono e lavorano. Il tema della libertà e del rispetto delle opinioni altrui è molto presente. Infine, il quarto testo, più breve, presenta alcune linee guida per l’annuncio di Cristo in un mondo fortemente secolarizzato. Il tema è come esercitare la carità nell’impegno di trasmettere la fede. Contiene una forte chiamata alla evangelizzazione del nostro mondo, con una disposizione amabile e ottimista, che penso apparirà suggestiva a molti cristiani impegnati nella evangelizzazione, indipendentemente dal fatto che conoscano o meno l’Opus Dei.

Quante lettere esistono e qual è stato l’arco di tempo in cui furono scritte? Esiste un programma di pubblicazione?

Le lettere sono 38, se si contano soltanto quelle che san Josemaría considerò come facenti parte di un ciclo, vale a dire, un insieme di scritti abbastanza omogeneo. In realtà ve ne sono altre, che ancora non sappiamo se includere in questa serie della Collana di Opere complete o in altre dedicate agli scritti pastorali. In totale si potrebbe parlare di 40-45 documenti con caratteristiche molto simili. Il programma è quello di pubblicarli nel corso dei prossimi anni.

Oltre a queste lettere, dirette ai fedeli dell’Opus Dei in generale, sarà pubblicata anche la corrispondenza tenuta con singole persone?

Si. È previsto che si dedichi una serie completa all’epistolario di Escrivá, del quale sono apparsi alcuni esempi parziali nella rivista Studia et Documenta. Si tratta di varie migliaia di lettere, delle quali stiamo studiando quando e come iniziare la pubblicazione sistematica.

Qual era il contesto storico ed ecclesiale nel quale questi testi furono scritti?

Non è facile rispondere, perché non sappiamo quanto è durato il loro processo di redazione. In realtà si potrebbe dire che san Josemaría lavorò ad alcune lettere nell’arco di quasi 40 anni, perché cominciò ad abbozzarle già negli anni ‘30, scrivendo testi che pensava di sviluppare in seguito più in particolare. Però riprese questo lavoro soltanto molti anni dopo. Lavorò a fondo all’intero ciclo delle Lettere, nella loro fase di redazione finale, in un periodo che va dalla fine degli anni ‘50 sino, più o meno, all’inizio degli anni ‘70.

In pratica, in quegli anni rielaborò completamente i vecchi testi che conservava, aggiungendo citazioni più moderne, ricorrendo a espressioni e formulazioni più recenti del suo pensiero, prese dalle trascrizioni delle sue stesse parole in meditazioni e conversazioni, e aggiungendo di suo pugno nuove parti. Come è naturale e come è facile notare, impiegò il linguaggio e le idee che aveva in mente al momento della rielaborazione, anche se in diversi documenti volle lasciare una data precedente, quasi per richiamare alla memoria – spesso arricchendolo con un valore simbolico – l’inizio di un determinato scritto. Sta lì la differenza di queste Lettere dalle missive del suo epistolario, che saranno pubblicate in un’altra collana separata, come abbiamo detto, nelle quali la datazione coincide con il momento in cui furono scritte. Tutto questo è spiegato dettagliatamente nell’introduzione a questo primo volume. Penso che a san Josemaría interessasse dare in queste Lettere una visione precisa dello spirito dell’Opus Dei, che avesse una validità perenne, prima che il Signore lo chiamasse all’altra vita.


A molti anni dalla loro redazione, e tenendo presente che sono lettere dirette ai fedeli dell’Opera, in che cosa è consistito il lavoro dell’Istituto Storico per presentarle in questa collana?

La prima operazione è consistita nell’esaminare accuratamente le fonti e il materiale previo in nostro possesso, in quanto san Josemaría ha riesaminato varie volte questi testi, producendo versioni con lievi differenze, alcune delle quali preferì eliminare, ma altre no: è stato necessario compiere un lavoro critico per confrontare e stabilire la versione che egli considerava definitiva. D’altra parte, si tratta di una edizione commentata, anche se abbiamo voluto limitare all’indispensabile il numero di note, per non distrarre il lettore dal testo principale. Questo primo volume comprende anche una introduzione, in cui si spiega la storia della redazione di questi documenti, le loro caratteristiche, eccetera, e in cui si offre una visione d’insieme di questo ricco patrimonio.