Meditazione del prelato | L'amicizia di Maria

In questa seconda meditazione mons. Fernando Ocáriz ci propone di imparare dalla vita della Madonna per "scoprire le necessità degli altri, facendoci avanti per servire, come fanno gli amici".

Nel mese di maggio, volgendo lo sguardo verso nostra Madre, Santa Maria, cerchiamo in modo particolare di ricordarla e di stare di più insieme a lei. Abbiamo, davvero, l’opportunità di imparare sempre qualcosa di nuovo, dall'esempio della sua vita. Anche ora, in questo tempo particolare di “allontanamento sociale” che stiamo vivendo, la Vergine ci aiuta a essere amici migliori, a rivolgere la nostra generosità a essere presenti e vicini agli altri, perché nessuno si senta solo. La vita di Maria ci insegna che, anche nella nostra vita, l’amicizia umana nasce con nuova e soprannaturale forza dall'amicizia con Dio.

recitare il rosario in famiglia ci servirà a contemplare insieme il volto di Cristo con il cuore di Maria

Lo impariamo ogni volta che recitiamo il santo rosario. Papa Francesco ci ha chiesto di riscoprire “la bellezza di recitare il rosario in casa durante il mese di maggio”. Data l’attuale crisi sanitaria, recitare il rosario in famiglia ci servirà, come dice il Santo Padre, a “contemplare insieme il volto di Cristo con il cuore di Maria, nostra Madre” e, in tal modo, “ci unirà ancora di più come famiglia soprannaturale e ci aiuterà a superare questa prova”.

Recitare il rosario insieme ci aiuta anche a unire di più la famiglia. Per la Comunione dei santi, lo facciamo spiritualmente con tutta la Chiesa, come una grande famiglia che si rivolge alla stessa Madre, e, in qualche modo, con tutta l’umanità. Possiamo anche invitare un amico o un’amica a recitarlo con noi, se lo desidera, magari attraverso i sistemi digitali. In alcuni casi, sarà forse l’occasione per aiutare qualcuno a scoprirlo per la prima volta.

San Giovanni Paolo II diceva che il rosario è “come un compendio del Vangelo”, una preghiera nello stesso tempo mariana e cristologica. In ogni mistero contempliamo un momento della storia della salvezza. Da tale contemplazione può nascere di nuovo l’impegno a scoprire le necessità degli altri, facendoci avanti per servire, come fanno gli amici.

La Madonna, dopo il suo fiat! (“avvenga di me quello che hai detto”), si mise in cammino in fretta per aiutare la cugina Elisabetta. Non glielo aveva suggerito l’Angelo, che le aveva comunicato la gravidanza della cugina come segno dell’onnipotenza di Dio. Però Maria si rende conto che Elisabetta avrà bisogno di aiuto. Ed Ella, che è già Madre di Dio, ci mostra così quella manifestazione dell’amore e dell’amicizia autentica, che comporta il farsi avanti nella donazione, nel servizio disinteressato.

Passano gli anni e vediamo la Vergine insieme a Gesù alle nozze di Cana: anche lì scopre prima degli altri quello di cui avevano bisogno gli sposi novelli e prende l’iniziativa. L‘amore di amicizia illumina la vista, scopre cose che di cui gli altri forse neppure si accorgono.

Chiediamole di aiutarci a imitarla nella capacità di essere forti nella sofferenza

Qualche tempo dopo contempliamo Maria accanto alla croce di suo Figlio. San Josemaría incoraggia ognuno di noi: “Ammira la fortezza della Madonna: ai piedi della Croce, con il più grande dei dolori umani – non c’è dolore come il suo dolore –, piena di fortezza. Chiedile questo vigore, per saper stare anche tu presso la Croce”[1]. Chiediamole di aiutarci a imitarla nella capacità di essere forti nella sofferenza, specialmente in questo tempo, per poter essere di aiuto e di consolazione agli altri con una amicizia sincera.

Dopo la Risurrezione di Gesù, Maria riunisce gli apostoli che si erano dispersi dopo la passione del Signore, tiene loro compagnia e li consola.

Andiamo a Gesù attraverso Maria. San Josemaría proponeva spesso questo itinerario per una vita cristiana

San Luca dice che la Madonna “serbava tutte queste cose – le cose che si riferiscono a Gesù – meditandole nel suo cuore”. Maria prega: il suo colloquio con Dio è contemplazione e dialogo d’amore. È amicizia con Dio. E in questa relazione con Dio non esita a manifestare quello che pensa, come vediamo in vari momenti nel Vangelo. Per esempio, quando risponde all'angelo: “Come è possibile? Non conosco uomo” (Lc 1, 34). Più avanti, quando trova il Bambino nel Tempio, domanda a Gesù: “Perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo” (Lc 2, 48). Alle nozze di Cana comunica a Gesù ciò che vede dicendo: “Non hanno più vino” (Gv 2, 3). Altre volte sembra che non abbia bisogno di molte parole per comunicare con il Signore. Sa adeguarsi ai tempi di Dio e frattanto “medita” le cose “nel suo cuore”. In fondo, l’orazione è questo: una profonda relazione di amicizia e di confidenza con Dio, che Egli desidera tenere viva con ognuno di noi.

Andiamo a Gesù attraverso Maria. San Josemaría proponeva spesso questo itinerario per una vita cristiana: “Se cercate Maria, troverete Gesù”[2]. In molti paesi di tradizione cristiana “cerchiamo Maria” con visite ai santuari a Lei dedicati. Quest’anno forse non sarà possibile andare fisicamente nei santuari che sono vicino a noi; però i mezzi digitali ci aiuteranno anche a trovare il modo di fare le romerie di maggio in modo diverso, da casa nostra.

Quando recitiamo il rosario, lo percorriamo con Maria verso Gesù, perché ogni volta che ci rivolgiamo alla Vergine, Ella ci conduce verso suo Figlio. Ricorriamo a Lei, onnipotenza supplicante, per essere fedeli ai disegni di Dio per ognuna e ognuno di noi, anche in tempi di grande incertezza. Ella, che dovette far fronte a momenti molto difficili e dolorosi, ci consolerà e ci renderà più forti, affinché – confidando nei progetti di Dio – possiamo essere di sostegno ai nostri amici e alle persone che amiamo, amando veramente gli altri.


[1] San Josemaría, Cammino, n. 508.

[2] San Josemaría, È Gesù che passa, n. 144.