Messaggio del prelato (22 novembre 2020)

Nella solennità di Cristo Re, mons. Ocáriz ci invita a meditare alcune parole di san Josemaría per permettere a Cristo di regnare anche dentro di noi.

Carissimi, Gesù mi protegga le mie figlie e i miei figli!

È passato poco tempo da quando vi ho inviato una lettera lunga su alcune caratteristiche della nostra dedicazione all’Opera. Vi vorrei invitare a rileggere e approfondire questo documento. Invito anche i cooperatori e coloro che partecipano al lavoro di san Raffaele a leggerlo con attenzione, perché vi può aiutare a conoscere meglio l’Opera e a considerarla più vostra.

Continuate a raccomandare al Signore coloro che ieri hanno ricevuto il diaconato in queste particolari situazioni sanitarie. Preghiamo anche per tanta sofferenza che questa pandemia continua a provocare in persone di tutto il mondo.

Oggi, solennità di Cristo Re, possiamo meditare nuovamente alcune parole di san Josemaría: «Per farlo regnare in me ho un grande bisogno della sua grazia: soltanto così anche il palpito più nascosto, il sospiro più impercettibile, lo sguardo più insignificante e la parola più banale, perfino la sensazione più elementare, tutto potrà tradursi in un osanna a Cristo, il mio Re» (È Gesù che passa, n. 181).

Sentirci personalmente lontani da questo ideale non è un buon motivo per considerarlo impossibile oppure per scoraggiarci. Se mettiamo in gioco generosamente tutto ciò che è alla nostra portata, la grazia di Dio, magari senza che ce ne accorgiamo, andrà identificando sempre di più il nostro cuore con quello di Cristo.

Con tanto affetto vi benedice

vostro Padre

Roma, 22 novembre 2020