“Sapendomi pescatore di uomini… non pesco?”

Il Signore vuole da te un apostolato concreto, come quello della pesca di quei centocinquantatré grossi pesci e non altri, presi alla destra della barca.

E mi domandi: come mai, pur sapendomi pescatore di uomini, vivendo a contatto con molti compagni, e pur potendo capire verso chi deve essere diretto il mio apostolato specifico, non pesco?... Mi manca Amore? Mi manca vita interiore?

Ascolta la risposta dalle labbra di Pietro, nell'altra pesca miracolosa: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte, e non abbiamo preso nulla; tuttavia, sulla tua parola, getterò la rete». In nome di Cristo, ricomincia di nuovo. Rinvigorito: via quella fiacchezza! (Solco 377)

L'apostolato, ansia che consuma interiormente il cristiano della strada, non è qualcosa di diverso dal compito di ogni giorno: si confonde col lavoro quotidiano, quando esso è trasformato in occasione di incontro personale con Cristo. In questo lavoro, impegnandoci gomito a gomito negli stessi problemi dei nostri compagni, dei nostri amici, dei nostri parenti, potremo aiutarli a raggiungere Cristo, che ci attende presso la riva del lago. Come Pietro prima di essere apostolo, pescatore; dopo essere stato eletto apostolo, pescatore. Prima e dopo la stessa professione.

Passa accanto agli apostoli, accanto ad anime che si sono date a Lui: ed essi non se ne rendono conto. Quante volte c'è Cristo, e non accanto a noi, ma in noi; eppure viviamo una vita tanto umana! Cristo è vicino, ma i suoi figli non gli rivolgono uno sguardo d'affetto, né una parola d'amore, né gli dedicano un'opera di zelo.

Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontano da terra se non un centinaio di metri [Gv 21, 8]. Subito mettono la pesca ai piedi del Signore, perché è sua. Così noi impariamo che le anime sono di Dio, che nessuno su questa terra può attribuirsene la proprietà, e che l'apostolato della Chiesa — che è annuncio e realtà di salvezza — non si fonda sul prestigio di qualcuno, ma sulla grazia divina. (Amici di Dio, 264-267)

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