Vita di Maria (XIX): Magistero, Padri, santi

L’Assunzione della Madonna in Cielo in corpo e anima, vista da scrittori e santi.

La voce del Magistero

«La Sacra Scrittura ci presenta l'alma Madre di Dio unita strettamente al suo Figlio divino e sempre partecipe della sua sorte. Per cui sembra quasi impossibile figurarsi che, dopo questa vita, possa essere separata da Cristo – non diciamo con l'anima, ma neppure col corpo – colei che lo concepì, lo diede alla luce, lo nutrì col suo latte, lo portò fra le braccia e lo strinse al petto. Dal momento che il nostro Redentore è figlio di Maria, non poteva, come osservatore perfettissimo della divina legge, non onorare oltre l'eterno Padre anche la Madre diletta. Potendo quindi dare alla Madre tanto onore, preservandola immune dalla corruzione del sepolcro, si deve credere che lo abbia realmente fatto.

Ma in particolare va ricordato che, fin dal secolo II, Maria Vergine viene presentata dai santi padri come nuova Eva, strettamente unita al nuovo Adamo, sebbene a lui soggetta, in quella lotta contro il nemico infernale, che, com'è stato preannunziato dal protoevangelo (cfr. Gn 3, 15), si sarebbe conclusa con la pienissima vittoria sul peccato e sulla morte, sempre congiunti negli scritti dell'apostolo delle genti (cfr. Rm 5 e 6; 1 Cor 15, 21-26.54-57). Per la qual cosa, come la gloriosa risurrezione di Cristo fu parte essenziale e segno finale di questa vittoria, così anche per Maria la lotta che ha in comune col Figlio suo si doveva concludere con la glorificazione del suo corpo verginale: perché, come dice lo stesso apostolo, «quando ... questo corpo mortale sarà rivestito dell'immortalità, allora sarà adempiuta la parola che sta scritta: è stata assorbita la morte nella vittoria» (1 Cor 15, 54).

In tal modo l'augusta Madre di Dio, arcanamente unita a Gesù Cristo fin da tutta l'eternità con uno stesso decreto di predestinazione, immacolata nella sua concezione, vergine illibata nella sua divina maternità, generosa socia del divino Redentore, che ha riportato un pieno trionfo sul peccato e sulle sue conseguenze, alla fine, come supremo coronamento dei suoi privilegi, ottenne di essere preservata dalla corruzione del sepolcro, e, vinta la morte, come già il suo Figlio, di essere innalzata in anima e corpo alla gloria del Cielo, dove risplende Regina alla destra del Figlio suo, Re immortale dei secoli (cfr. 1 Tm 1, 17) [...].

Pertanto, dopo aver elevato a Dio molte e reiterate preci e aver invocato la luce dello Spirito della Verità, a gloria di Dio onnipotente, che ha riversato in Maria Vergine la sua speciale benevolenza, a onore del suo Figlio, Re immortale dei secoli e vincitore del peccato e della morte, a maggior gloria della sua augusta Madre e a gioia ed esultanza di tutta la Chiesa, per l'autorità di Nostro Signore Gesù Cristo, dei santi apostoli Pietro e Paolo e Nostra, pronunciamo, dichiariamo e definiamo essere dogma da Dio rivelato che: l'immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo.

Perciò, se alcuno, che Dio non voglia, osasse negare o porre in dubbio volontariamente ciò che da Noi è stato definito, sappia che è venuto meno alla fede divina e cattolica».

Pio XII (XX secolo)

Costituzione apostolica Munificentissimus Deus, 1-XI-1950, nn. 15 e 18.

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«È possibile che Maria di Nazaret abbia sperimentato nella sua carne il dramma della morte? Riflettendo sul destino di Maria e sul suo rapporto con il divin Figlio, sembra legittimo rispondere affermativamente: dal momento che Cristo è morto, sarebbe difficile sostenere il contrario per la Madre.

In questo senso hanno ragionato i Padri della Chiesa, che non hanno avuto dubbi al riguardo [...]. È vero che nella Rivelazione la morte è presentata come castigo del peccato. Tuttavia il fatto che la Chiesa proclami Maria liberata dal peccato originale per singolare privilegio divino non porta a concludere che Ella abbia ricevuto anche l'immortalità corporale. La Madre non è superiore al Figlio, che ha assunto la morte, dandole nuovo significato e trasformandola in strumento di salvezza.

Coinvolta nell'opera redentrice e associata all'offerta salvatrice di Cristo, Maria ha potuto condividere la sofferenza e la morte in vista della redenzione dell'umanità [...].

Il Nuovo Testamento non fornisce alcuna notizia sulle circostanze della morte di Maria. Questo silenzio induce a supporre che essa sia avvenuta normalmente, senza nessun particolare degno di menzione. Se così non fosse stato, come avrebbe potuto la notizia restare nascosta ai contemporanei e non giungere, in qualche modo, fino a noi? [...].

Qualunque sia stato il fatto organico e biologico che causò, sotto l'aspetto fisico, la cessazione della vita del corpo, si può dire che il passaggio da questa all'altra vita fu per Maria una maturazione della grazia nella gloria, così che mai come in quel caso la morte poté essere concepita come una “dormizione"».

Giovanni Paolo II (XX secolo)

Discorso all'Udienza generale, 25-VI-1997.

La voce dei Padri della Chiesa

«Quando Cristo, Nostro Signore, volle portar via dal mondo la sua santa e immacolata Madre per condurla nel regno dei Cieli e darle la corona eterna dovuta alle sue virtù e ai suoi aneliti spirituali, le inviò nuovamente l'Arcangelo Gabriele per annunciarle la sua gloriosa traslazione, come un tempo le aveva annunciato la sua ineffabile concezione.

Arrivò, dunque, l'Arcangelo e le offrì un ramo di palma, segno di vittoria. Come un giorno erano usciti con rami di palma incontro a suo Figlio, vincitore della morte e annientatore dell'inferno, così l'Arcangelo offrì alla Madonna santa questo ramo, segno della sua vittoria sulle sofferenze e sulla nudità della morte, dicendole: “Tuo Figlio e Signore ti invita e ti dice: è arrivata l'ora che mia Madre venga accanto a me. Per questo mi ha inviato a portarti ancora una volta l'annuncio, o benedetta fra le donne! Finora, o benedetta, hai colmato di gioia gli abitanti della terra; a partire da questo istante, con la tua ascensione riempirai di gaudio gli eserciti celesti e farai brillare ancor più le anime dei santi. Salve! Te l'ho già detto una volta, ma ora assumerai il nome di “piena di grazia" come onore perpetuo. Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te (Lc 1, 28). Le tue preghiere e le tue suppliche sono arrivate in Cielo, fino a tuo Figlio; secondo la tua richiesta, Egli ti comanda di uscire da questo mondo per salire alle dimore celesti, per stare con Lui nella vita che non avrà fine".

Quando la Santa Madre di Dio Maria udì questo annuncio, piena di gaudio, diede all'angelo la risposta che aveva dato tempo addietro: Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto. E l'angelo partì da Lei (Lc 1, 38)».

San Massimo il Confessore (VI-VII secolo)

Vita di Maria, n. 103.

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«Compiuto il corso della vita di Maria, quando stava per essere chiamata da questo mondo, tutti gli Apostoli, provenienti dalle diverse regioni, si riunirono nella sua casa. Come se sapessero che stava per essere tolta dal mondo, vegliavano accanto a Lei; ed ecco che il Signore Gesù venne con i suoi angeli e, presa la sua anima, l'affidò all'Arcangelo Michele e si allontanò.

All'alba, gli Apostoli presero il suo corpo con il lettuccio, lo deposero in un sepolcro e lo sorvegliavano, aspettando la venuta del Signore. Ed ecco che di nuovo si avvicinò a loro il Signore e, preso il santo corpo, comandò che fosse portato dentro una nuvola in Paradiso, dove ora, riunito all'anima, gode dei beni eterni per sempre, rallegrandosi con i suoi eletti».

San Gregorio di Tours (VI secolo)

Libro dei miracoli 1, 4.

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«Ormai è ora – dice il Signore – che ti porti con me, Madre mia. Come hai colmato di gioia la terra e i suoi abitanti, o piena di grazia, così ora rallegra gli abitanti del Cielo.

La morte non si glorierà per nulla di te, perché tu hai portato nel tuo seno la Vita. Sei stata per me come una custodia; niente potrà incrinarla, nessuna tenebra potrà condurti nell'oscurità. Vieni da tuo Figlio di buon animo, perché voglio farti felice come solo un figlio può fare. Voglio ricompensarti per avermi ospitato nel tuo seno, voglio premiarti per il latte con il quale mi hai nutrito, per avermi allevato; voglio testimoniare dinanzi a tutti che sei mia Madre.

Vieni, felice. Apri il Paradiso che Eva, tua madre, della tua stessa stirpe, aveva chiuso. Vieni a partecipare della felicità di tuo Figlio. Lascia la Gerusalemme terrena e corri verso quella celeste. Distenditi nel sepolcro del Getsemani, dove non ti lascerò sola per molto tempo. Verrò a te, appena sarai sepolta, non perché tu mi concepisca nuovamente, ma perché tu sia in mia compagnia. Abbandona con fiducia il tuo corpo nel Getsemani, dove, prima della Passione, Io mi sono inginocchiato in quel medesimo luogo. Come, dal luogo in cui stavo inginocchiato, Io mi diressi liberamente verso la morte vivificante della croce, così tu, dopo la deposizione del tuo corpo, sarai portata verso la Vita».

San Germano di Costantinopoli (VII-VIII secolo)

Omelia nella festa dell'Assunzione.

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«Era necessario che questa degna sede di Dio, la fonte non scavata dell'acqua del perdono, la terra non arata che produce il pane celeste, la vigna non irrigata che produce frutti di immortalità, l'ulivo sempre verde e fruttifero della misericordia del Padre, non rimanesse prigioniera nelle viscere della terra. Come il corpo santo e puro, unito ipostaticamente – per mezzo di Lei – al Verbo divino, risuscitò il terzo giorno dal sepolcro, anch'essa doveva essere salvata dalla tomba e la Madre restituita al Figlio; nello stesso modo in cui Egli era disceso a Lei, così Ella, la prediletta, doveva essere trasportata fino al santuario più grande e più perfetto nel Cielo stesso (Eb 9, 11 e 24).

Era necessario che Colei che aveva ospitato nel suo seno il Verbo divino fosse trasportata alla dimora da suo Figlio; e così come il Signore aveva detto che sarebbe andato nella casa del Padre suo, era necessario che anche la Madre vivesse nel palazzo del Figlio, nella casa del Signore e negli atri della casa del nostro Dio (Sal 134, 1 e 135, 2).

Era necessario che Colei che nel parto aveva conservato la verginità, conservasse il corpo incorrotto anche dopo la morte.

Era necessario che Colei che aveva portato nel seno, come un bambino, il Creatore, abitasse nella dimora divina.

Era necessario che la sposa che il Padre aveva scelto, vivesse nella camera nuziale celeste.

Era necessario che Colei che aveva contemplato suo Figlio sulla Croce, ricevendo nel cuore la spada del dolore –che non aveva conosciuto nel parto– lo contemplasse ora seduto accanto al Padre.

Era necessario che la Madre di Dio fosse partecipe dei beni del Figlio e che tutta la creazione la celebrasse come Madre e serva di Dio. Infatti, l'eredità passa sempre dai genitori ai figli. In questo caso, al contrario, come dice un saggio, le acque dei fiumi sacri scorrono all'inverso. Il Figlio ha sottoposto tutta la creazione a sua Madre».

San Giovanni Damasceno (VII-VIII secolo)

Omelia II sulla Dormizione della Madonna.

La voce dei santi

«Maria sta per abbandonare la terra e, ricordando le grazie che lì ha ricevuto dal Signore, la guarda con affetto, e nello stesso tempo con compassione, pensando che lascia dietro di sé i suoi poveri figli, circondati da tanti pericoli e coinvolti in tante miserie. Gesù la prende per il manto e la sua augusta Madre si solleva nell'aria, oltrepassa le nuvole, attraversa i mondi siderali e infine arriva alle porte del Cielo. Quando i re e gli imperatori vanno a prendere possesso del loro regno, non entrano dalle porte della città, ma le demoliscono o vi passano sopra. Per questo quando Gesù Cristo entrò nel regno della sua gloria, gli angeli gridavano dicendo: Sollevate, porte, i vostri frontali, alzatevi, porte antiche, ed entri il Re della gloria (Sal 23/24, 7). Nello stesso modo, quando Maria va a prendere possesso del suo regno, gli angeli che l'accompagnano dicevano gridando a quelli che stavano dentro: “Sollevate, porte, i vostri frontali, alzatevi, porte antiche, ed entri la Regina della gloria".

Maria entra nella patria beata, e nel vederla tanto bella e aggraziata, tutti i beati spiriti sclamano a una voce: “Chi è questa meravigliosa creatura, così bella, che sale a noi dal deserto della terra, luogo di spine e tribolazioni? Chi è costei che viene così pura e colma di tante virtù, appoggiata al suo amato Signore? Chi è costei che ha meritato di entrare nella gloria con tanto onore e splendore? Diteci, chi è?". E gli angeli che accompagnavano Maria nel suo trionfo rispondevano: “Questa è la Madre del nostro Re, è la nostra Regina, la benedetta fra tutte le donne, la piena di grazia, la Santa dei santi, la prediletta da Dio, l'Immacolata, la colomba, la più bella delle creature". Allora qui beati spiriti cominciarono a lodarla e benedirla, cantando, a maggior ragione degli ebrei del tempo di Giuditta, questo sublime cantico: Tu sei la gloria di Gerusalemme, tu magnifico vanto d'Israele, tu splendido onore della nostra gente (Gdt 15, 10)».

Sant'Alfonso Maria de' Liguori (XVIII secolo)

Le glorie di Maria, parte II, discorso 8, punto 1.

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«Assunpta est Maria in coelum: gaudent Angeli! Maria è stata portata da Dio, in corpo e anima, in cielo: e gli Angeli gioiscono!

Così canta la Chiesa. – Con questa acclamazione di esultanza, cominciamo anche noi la contemplazione di questa decina del Santo Rosario.

La Madre di Dio si è addormentata. – Attorno al suo letto vi sono i dodici apostoli. – Mattia ha sostituito Giuda.

E anche noi, per un privilegio che tutti rispettano, siamo lì accanto.

Ma Gesù vuole avere sua Madre, corpo e anima, nella Gloria. – E la Corte celeste spiega tutto il suo splendore per rendere omaggio alla Madonna. – Tu e io – che, dopo tutto, siamo bambini – prendiamo un lembo dello splendido manto azzurro della Vergine, e così possiamo contemplare quella scena meravigliosa.

La Santissima Trinità riceve e colma di onori Colei che è Figlia, Madre e Sposa di Dio... – Ed è così grande la maestà della Madonna, che gli Angeli si domandano: Chi è costei?».

San Josemaría (XX secolo)

Santo Rosario, IV mistero glorioso.