Ritorno a Itaca - Rosa

"Ho fatto di tutto per piacere, per avere un bell’aspetto. Facevo tutto come un obbligo".

Rosa è una donna elegante, di quelle alle quali non si può chiedere l’età. Una volta (non sapeva che la sua vita stava cominciando a cambiare) stava percorrendo la via Gastón de Bearne, a Saragozza ed era arrabbiata. Molto arrabbiata. Le rodeva dentro la frase che aveva appena ascoltata: “Alcuni cristiani sono dei fanali accesi e altri... sono spenti”.

HO FATTO DI TUTTO PER PIACERE, PER AVERE UN BELL’ASPETTO. FACEVO TUTTO COME UN OBBLIGo.

Nessuno aveva mai insinuato, nemmeno per scherzo, che lei faceva parte del secondo gruppo e fra tutte le persone che stavano vedendo con lei il video di un incontro con san Josemaría, nessuna sembrava sentirsi direttamente interpellata come lei. Mai si era sentita così a disagio.

A partire da quel giorno niente era più stato normale, perché non poteva evitare di farsi domande e, peggio ancora, non riusciva a darsi una risposta chiara. La sua vita logica, uniforme, perfetta, improvvisamente aveva mostrato una piccola crepa che l’ossessionava con la medesima intensità con la quale finora se ne era compiaciuta.

Ma perché dovrei essere spenta se ho una vita meravigliosa? Mi piace il lavoro che faccio, ho una famiglia: un marito, dei figli... Tutto mi va bene, mi diverto, esco con le mie amiche, vado al cinema, faccio teatro...

MA PERCHÉ DOVREI ESSERE SPENTA SE HO UNA VITA MERAVIGLIOSA?

Proprio il teatro, che aveva cominciato come passatempo, era diventato quasi un’attività di volontariato. La piccola compagnia, formata da altre coppie di genitori con i figli nella stessa scuola, aveva cominciato a lavorare dieci anni fa. Ci fu poi l’inizio della crisi, quando cominciarono a venir meno le sovvenzioni e le ONG furono costrette a cercare altre fonti di finanziamento. E tra i conoscenti degli uni e degli altri, furono decine i contributi di solidarietà, che permisero di raccogliere i fondi a favore dei bambini con problemi motori, handicappati cerebrali...

Il mondo continuò a girare e passarono parecchi mesi finché Dio bussò al cuore di Rosa, improvvisamente; però, questa volta, per metterlo a posto. Una buona amica le aveva raccontato che si era prenotata per degli esercizi spirituali, una specie di ritiro. Perché non vieni anche tu? La proposta fu fatta con noncuranza. A lei sembrò una buona occasione per stare in pace, per rilassarsi, per leggere... senza dover preparare pranzi e cene.

E lì, a un tratto, Rosa scoprì l’amore di Dio in maniera esplosiva. È molto difficile, quasi impossibile, spiegare quello che accadde. Però ancora oggi le viene la pelle d’oca quando lo ricorda: È come se mi trovassi in una stanza molto illuminata – fari, luci... – e, all’improvviso, mi sono resa conto che in fondo ci sono delle tende. Le apro ed entra la luce del sole, che inonda tutto ed eclissa tutte le luci della stanza. Sono sempre lì, accese, però non servono. È stata una sensazione che non si può paragonare a nient’altro.


Da allora, Rosa dice che tutto è diverso e che vede le cose sotto una luce diversa, attraverso un filtro diverso. Il bello è che all’esterno la sua vita non è cambiata. Vive come prima, come una trapezista, ma ora sa che c’è sempre una rete, e se cade – cosa inevitabile – non succede niente.

Suo marito non si è sorpreso quando gli ha spiegato ciò che le era capitato. Non solo, se lo aspettava. Noi parliamo spesso e immagino che certe cose si notano. Non dimenticherò mai quello che mi ha detto: Se tu sei più felice, tutta la famiglia sarà più felice. . Questo è, come si suol dire, di avantieri.

Non è che la sua vita fosse a pezzi, né che fosse una persona triste, né che avesse la necessità che Dio le togliesse qualche sasso dalla scarpa. Era una cristiana che osservava le regole per sentirsi a posto, nel caso che Dio l’Altissimo volesse castigarla. Ora ha scoperto che Dio non la misura per quello che fa male, ma per quanto ama.Questa sensazione mi tiene sempre compagnia, anche perché cerco di accrescerla e faccio il possibile per avvicinarmi a Lui. Sentirmi figlia di Dio dall’eternità, da sempre... pur essendo già grande!

E penso: Come mai non me ne sono accorta prima? Che testona che ero...