Ritorno a Itaca - África

"Ho tutti i peccati. meno che uccidere, me li può attribuire tutti".

Nella leggendaria isola di Itaca s’innalzava il bel palazzo dell’eroe, Ulisse, circondato da tre monti e da esso si potevano scorgere tre mari. Anche nella storia di Africa tre eventi l’hanno aiutata a rendersi conto che era ritornata a casa, ma di questo non è stata consapevole per parecchi anni, finché non si è seduta a scrivere il racconto della propria esistenza. Sul momento si è dovuta accontentare di giocare, come direbbe un allenatore, “una partita alla volta”.

Ho tutti i peccati. meno che uccidere, me li può attribuire tutti.

Per ventidue anni Africa non ha avuto quasi alcun contatto con Dio. “Quasi” perché al momento di sposarsi, si è sposata in chiesa e poi, ogni tanto, recitava un Padrenostro per chiedere, al massimo, qualche cosetta. Comunque, tutto andava a meraviglia: suo marito è un tesoro, ha due figli stupendi – un bambino e una bambina, come lei voleva – cambia lavoro e lo trova immediatamente... Sei nata con la camicia, tutto ti va per il verso giusto! . Non aveva assolutamente bisogno di Dio ed erano ormai lontani gli anni di scuola dalle monache e le domeniche a Messa con la famiglia.

NON AVEVO BISOGNO DI DIO PER NULLA.

Un giorno, dopo aver dato alla luce uno dei figli, incontrò una vicina di casa che da poco aveva avuto due gemelli:

—Come si chiamano?
— Pietro e Paolo.
Ma va, come i Picapiedra! [i "Flinstones". In Spagna i protagonisti Fred e Barney sono chiamati Pedro e Pablo, Pietro e Paolo.]
—No, no... come gli apostoli. E come è andata con tua figlia?
Benissimo. È nata alle 3, all’ora de...
—Della Divina Misericordia.
No, del telegiornale... Della Divina Misericordia? e in che canale lo fanno?

Non aveva capito nulla, era completamente Off.

La profondità del mar Ionico

Qualche tempo dopo, nell’ottobre del 2001, era disoccupata e ha avuto l’occasione di fare un master all’università. Ogni mattina, andando al bar per fare colazione, passava davanti alla cappella, dove c’era un cartello che diceva:" Ancora non ti sei cresimato? Vieni e informati”. Tutte le mattine veniva attratta da quel cartello senza poter evitare di guardarlo. Quelle parole le martellavano il cervello, finché un giorno decise di entrare.

Lo fece perché suo figlio stava per fare la prima Comunione e le dispiaceva che fosse l’ultima, dato che né lei né suo marito andavano mai a Messa.

Siccome in quel momento il prete non c’era, prese un libro che era sul tavolo e che poi non ha più smesso di leggere perché le piace molto: “Parlare con Dio” di Francisco Fernández Carvajal. Le sembrava tanto bella la storia che raccontava da non credere che potesse essere vera. Ha cominciato ad arrivare in anticipo all’università per leggere e riprendeva la lettura appena finivano le lezioni. E intanto il prete continuava a non esserci...

Ha trovato anche un foglio con i comandamenti della Chiesa: “Ascoltare la Messa tutte le domeniche”. Tutte le domeniche? Con tutte le cose che ci sono da fare, sono pazzi...… “Confessarsi almeno una volta l’anno” Per favore, ma chi lo fa? È moltissimo... “Aiutare la Chiesa nelle sue necessità” Sì, con tutto quello che hanno! Si vendano il Vaticano... E pensò che a un certo punto questi comandamenti andavano cambiati.

Poi apparve il prete. Gli disse che si voleva cresimare e che immaginava che per farlo doveva prima confessarsi. Il sacerdote le diede un esame di coscienza e lei si preparò. Come avrebbe potuto sapere che tutte queste cose erano peccato? Si confessò dicendo: Ho tutti i peccati. Meno che uccidere, me li può attribuire tutti. .

Quello stesso sacerdote le diede lezioni di catechesi per alcuni mesi e alla fine lei fece la Cresima, nel maggio del 2001. È stato un momento indimenticabile.È vero che di solito non si sente niente quando ti cresimi, ma nel mio caso ho fatto un’esperienza piuttosto particolare. Nel momento in cui il vescovo mi imponeva l’olio, ho sentito una pressione molto forte, non potevo muovermi. Piangevo per l’emozione, non so bene perché. Mio marito, che era quasi più lontano di me, era il mio padrino. Poi mi sono resa conto che doveva essere la persona che ti assiste spiritualmente, ma comunque, egli era lì, mi mise una manina sulla spalla ed è stato meraviglioso.

Grazie alla cerimonia della Cresima aveva cominciato ad andare a Messa, ma ben presto ci ha rinunciato. Dopo la Comunione di suo figlio ha fatto altri tentativi, ma niente. Non capiva il significato della liturgia né le parole del sacerdote. Tutto le sembrava ripetitivo, non vi trovava nulla di attraente.

Il dolce azzurro dell’Adriatico

Africa aveva sempre curato le buone relazioni con la sua famiglia, specialmente con suo padre, che era molto credente. Anche se non condividevano la fede, neppure era una cosa che li separava, ma tutto il contrario. Spesso parlavano della morte, una cosa che a lei aveva fatto sempre molta paura.

Suo padre le diceva che lo preoccupavano solo le cose cattive che avrebbe potuto fare prima di morire, e che invece aveva molto chiaro ciò che lo aspettava poi. Questo non puoi saperlo.. Però egli pregava da molti anni per avere una buona morte e aveva chiesto al Signore di avvertirlo, quindici giorni prima, per farsi trovare preparato. . Per favore, papà, che cosa speri? Che ti appaia la Madonna? Che ti arrivi un telegramma celeste? “Da molti anni lo chiedo al Signore e so che il Signore e la Madonna me lo concederanno”. Poveretto, quando si accorgerà che sta per morire e non lo avvisa nessuno...

Quell’estate in cui è morto aveva ricevuto prima dei segnali. Non so se sono stati 15 giorni esatti oppure no, perché non ho avuto modo di pensarci su.. Suo padre ha avuto una buona morte, come voleva, e ha avuto il tempo di ricevere l’Unzione degli Infermi. Chiaramente, non poteva essere un caso.

Un anno dopo Africa continuava ad avere moltissimi dispiaceri, una depressione orribile, ma doveva continuare a lavorare. A volte era costretta a interrompere improvvisamente e correre in bagno a piangere. Per la prima volta in vita sua è andata dal medico e ha preso le medicine contro l’ansia e per dormire. Fino a quando un giorno, non potendone più, si è rivolta a Dio: Per favore, Signore, aiutami tu. Ho bisogno che mi liberi da queste pene e mi faccia andare avanti perché non ne posso più.

Il calore dell’imbrunire sul Mediterraneo

A quel tempo lavorava come promotrice nel campo degli investimenti e aveva dei clienti che curava a domicilio. Un giorno le telefonò una signora che le chiedeva aiuto. Dove ci vediamo? “Io lavoro come organista nella tal chiesa; possiamo vederci dopo la Messa delle 12”. Era una domenica, il giorno di Pentecoste.

Arrivò all’appuntamento in anticipo e decise di entrare e sedersi vicino all’organista per aspettarla, nei pressi dell’altare, al primo banco. All’omelia successe qualcosa. Il sacerdote cominciò a parlare in una maniera che mi colpì. Era come se il messaggio fosse diretto a me: parlava dell’altra vita, diceva che si tratta di un cambio di casa, che siamo eterni e che la morte è soltanto un arrivederci, che staremo con gli esseri che amiamo, che conosceremo Gesù... Le mie pene cominciarono a scomparire per lasciare posto alla speranza.

Rimase tanto sconvolta che, una volta terminata la Messa, non era capace di reagire. L’organista le raccontava i suoi problemi, ma lei l’ascoltava come da lontano. Uscì da lì completamente cambiata, ma non disse niente a nessuno. La domenica successiva sentì un grande impulso a ritornare. E poi l’altra, e l’altra... comunque sempre di nascosto.

Un giorno il prete spiegò che non si va a Messa per adempiere un dovere, ma per amore a Dio. “Potresti stare tutta una settimana senza vedere la persona che ami? Con Dio succede lo stesso”.

In quel periodo portava i figli a scuola e poi alcune madri sue amiche andavano a fare colazione. Lei cominciò ad andare alcuni giorni a Messa a quell’ora...ma si vergognava di dirlo. Un giorno diceva loro che andava da un parrucchiere che apriva presto; un altro giorno che doveva fare un acquisto in un negozio molto lontano. Finché un giorno non ne poté più... “Ma si può sapere dove vai tutte le mattine dopo la scuola?”. A Messa! Vado a Messa perché ne sento il bisogno! ““Ma che dici? Oggi è giovedì”.

La botta successiva arrivò ancora una volta all’omelia. “Per poter conoscere Dio e parlare di Lui alla gente bisogna studiare la storia della salvezza, conoscere il significato della liturgia... per questo qui in parrocchia abbiamo lezioni di Teologia. È gratis, non ci sono esami da fare e potete venire quando volete, senza iscrivervi”.

Con grande entusiasmo cercò una baby-sitter per il pomeriggio del venerdì e comprò un quaderno per continuare a prendere appunti come faceva all’università da studentessa inappuntabile. Della prima lezione non capì nulla e decise di non ritornare, però, prima di andarsene, la giovane accanto a lei, di un’età simile alla sua, si offrì di darle lezioni private. Gratis? Ma se non ci conosciamo... “Così cominciamo a conoscerci”. Per tre mesi ha studiato da sola, un po’ alla volta ogni giorno dopo la Messa e, quando è stata pronta, si è inserita nuovamente nel gruppo che frequenta ancora oggi.

Questo è stato il ritorno definitivo per Africa. Suo marito, al quale alla fine ha raccontato la sua conversione, per un certo tempo se n’è fatto una risata, ma poi ha cominciato ad accompagnarli la domenica. Tutti, perché andavano in quattro. Lui cominciò ad aspettarli al bar e, un po’ per volta, cominciò a entrare. A lui è successo come a me, anche se ha perso più tempo.

Io pensavo di essere felice, ma ora ho capito che mi mancava la cosa più importante: Dio. Dal vivere ignorando Dio a vivere alla sua presenza, la vita è completamente differente, ruota di 180 gradi.

Dio parla a bassa voce. Mi ha dovuto chiamare per venti anni, perché io gli dicevo di no, sapendo che se lo lasciavo entrare mi avrebbe sconvolto la vita; però valeva la pena.

Una volta, molti anni fa, Africa ricorda di aver provato un certo dolore per aver perso la fede e aver sentito dentro di sé una voce che le diceva: “chiedila”. E l’ha chiesta. Se chiedi la fede il Signore te la dà. Così, gratis.