Riconosciuto il martirio dell'arcivescovo Oscar Romero

Il 3 febbraio 2015 il Santo Padre ha autorizzato la Congregazione per le Cause dei Santi a promulgare il decreto di martirio di Mons. Oscar Romero, arcivescovo di San Salvador dal 1977 al 1980, anno in cui fu assassinato. Mons. Romero conobbe San Josemaría:"Ho avuto la gioia di conoscere personalmente Mons. Escrivá de Balaguer e di ricevere da lui incoraggiamenti e fortezza per rimanere fedele all'inalterabile dottrina di Cristo e per servire con zelo apostolico la Santa Chiesa Romana".

iconosciuto il martirio dell'arcivescovo Oscar Romero

Il 3 febbraio 2015 il Santo Padre ha autorizzato la Congregazione per le Cause dei Santi a promulgare il decreto di martirio di Mons. Oscar Romero, arcivescovo di San Salvador dal 1977 al 1980, anno in cui fu assassinato.

Mons. Javier Echevarría, prelato dell'Opus Dei, ha così commentato la notizia: "I martiri ci interpellano tutti, credenti e non credenti, ma soprattutto sono un faro luminoso per coloro che ripongono la loro speranza in Dio. Sono sicuro che mons. Oscar Romero sarà un santo molto amato".

"Ho incontrato mons. Romero – prosegue il Prelato dell'Opus Dei - durante una delle sue visite a san Josemaría a Roma durante il Concilio Vaticano II. Era un uomo pio, distaccato da se stesso e impegnato per il suo popolo. Si vedeva che lottava per la santità. Mons. Romero è stato uno dei primi vescovi che, dopo la morte di San Josemaría nel 1975, hanno scritto al Beato Paolo VI per chiedere l'apertura della sua causa di canonizzazione. Sono sicuro che ora dal Cielo continuerà a intercedere con il suo amico san Josemaría per questa porzione del popolo di Dio".

Mons. Romero il 12 luglio 1975, dopo la morte del fondatore dell'Opus Dei, scrisse questa lettera al Papa per chiedere l'apertura della Causa di Beatificazione e Canonizzazione:

"Beatissimo Padre:

mentre è ancora recente il giorno della morte di Mons. Josemaría Escrivá de Balaguer, credo di contribuire alla maggior gloria di Dio e al bene delle anime chiedendo a Vostra Santità la rapida apertura della causa di beatificazione e canonizzazione di questo eccellente sacerdote.

Ho avuto la gioia di conoscere personalmente Mons. Escrivá de Balaguer e di ricevere da lui incoraggiamenti e fortezza per rimanere fedele all'inalterabile dottrina di Cristo e per servire con zelo apostolico la Santa Chiesa Romana e questa parte della Chiesa di Santiago de Maria che Vostra Santità mi ha affidato.

[...] Da molti anni conosco il lavoro dell'Opus Dei qui in El Salvador e posso attestare lo spirito soprannaturale che lo anima, e la fedeltà alla dottrina del Magistero della Chiesa che lo caratterizza.

Personalmente sono profondamente riconoscente verso i sacerdoti dell'Opera ai quali ho affidato con molta soddisfazione la direzione spirituale della mia vita e di altri sacerdoti.

Persone di ogni ceto sociale trovano nell'Opus Dei orientamento sicuro per vivere come figli di Dio in mezzo ai loro obblighi famigliari e sociali. E questo senza dubbio si deve alla vita e agli insegnamenti del suo fondatore".

Due anni dopo, nel 1977, Romero fu nominato arcivescovo di El Salvador.

L'ultimo giorno di monsignore Romero

Monsignor Fernando Sáenz -arcivescovo emerito di El Salvador, e successore di Romero- era allora vicario delegato dell'Opus Dei in quel paese e lo invitava regolarmente agli incontri per sacerdoti che organizzava ogni mese la Società Sacerdotale della Santa Croce.

"Il 24 marzo 1980 -ricorda monsignor Sáenz-avevamo uno di questi incontri. All'inizio avevamo previsto un'altra data, ma monsignor Romero mi chiese di cambiarla perché non andava bene per lui ed era molto interessato ad assistere a quell'incontro. Cambiammo data e la fissammo per il 24.

Verso le 10.30 del mattino quel giorno andai a prenderlo agli uffici dell'Arcivescovado, che allora erano nell'attuale sede del Seminario Minore. Lo salutai e mi disse che aveva appena ricevuto un documento sulla formazione dei seminaristi del cosiddetto Corso Propedeutico. Desiderava approfittare di quell'incontro sacerdotale per studiare e commentare il documento.

Andammo in auto fino alla spiaggia di San Diego, dove ci avevano prestato una casa per il convegno. Tuttavia, nonostante gli accordi presi, ci fu un po' di confusione e quando arrivammo la casa era chiusa. Decidemmo di sederci sull'erba del piccolo giardino e commentammo quel documento all'ombra di alcune palme. Poi abbiamo steso una tovaglia in terra e abbiamo pranzato e chiacchierato piacevolmente. Poco dopo arrivò il custode della casa, che si scusò per l'accaduto e ci portò delle sedie.

Durante quella tertulia parlammo di questioni molto varie. Allora era frequente che i guerriglieri urbani occupassero le chiese, e monsignor Romero ci disse che era preoccupato per la custodia dei vasi sacri e degli ornamenti liturgici della cattedrale, che erano antichi e di grande valore storico. Suggerì a un sacerdote di custodirli in un luogo sicuro finché durava la situazione di disordine.

E continuammo a parlare di vari argomenti. Ricordo che propose al parroco di San José de Guayabal di coltivare mais e fagioli intorno alla sua parrocchia, perché potesse servire di approvvigionamento al seminario. Poi parlammo di padre Pio, dei Cristeros messicani, ecc.

Verso le tre suggerì di terminare la riunione, perché doveva tornare in città per un impegno. E verso le 15.30 l'ho lasciata ai all'Ospedale della Divina Provvidenza".

Tre ore dopo, alle 18.15, mentre celebrava la Messa, Romero veniva assassinato. Gli avevano sparato dall'esterno della chiesa.

Giovanni Paolo II prega davanti alla tomba di Mons. Romero

Migliaia di persone vegliarono il suo corpo nella basilica del Sacro Cuore e circa 50.000 parteciparono al suo funerale nella cattedrale. Durante il funerale scoppiò una bomba nei dintorni, tra spari e sventagliate di mitragliatrice, e morirono 27 persone e più di 200 rimasero ferite.

A partire da allora, la sua figura sarebbe diventata sempre più conosciuta in tutto il mondo.

San Josemaría e Monsignor Romero

San Josemaría e Monsignor Oscar Arnolfo Romero si conoscevano dal 1955. Nel suo libro di memorie "Un mare senza sponde" un sacerdote dell'Opus Dei, Rodríguez Pedrazuela, racconta che Oscar Romero conobbe presto l'Opus Dei, cui si sentiva spiritualmente vicino. Collaborò attivamente ai suoi impegni apostolici e partecipò a molte delle attività formative fino al giorno stesso della sua morte.

Mentre era Vicario Generale di San Miguel riceveva cordialmente nella sua parrocchia i sacerdoti dell'Opus Dei che andavano a trovarlo, e aveva direzione spirituale con uno di loro, partecipando al loro zelo di evangelizzazione.

Per esempio aiutò i membri dell'Opus Dei a iniziare la prima Residenza Universitaria dell'Opus Dei in El Salvador, Doble Via, inaugurata nel marzo 1960. Lo stesso Romero, che apprezzava molto il carisma dell'Opus Dei, portò personalmente a questa Residenza due giovani che conosceva: Carlos Espina y Elmer Ávila.

Nel 1970 fu nominato vescovo della diocesi di Santiago de Maria e dovette andare in Italia. Andò a trovare San Josemaría alla sede centrale dell'Opus Dei a Villa Tevere.

San Josemaría lo trattò con grande affetto; e conoscendo bene il suo lavoro e la situazione di tensione che si viveva in El Salvador, feci di tutto perché lo aiutassero a riposare durante quei giorni nella Città Eterna.