La storia d’amore tra Giuseppe e Maria

Giuseppe e Maria hanno vissuto una storia d’amore per molti aspetti simile a tantissime storie d’amore tra gli sposi: don Andrea Mardegan la racconta nel libro “Giuseppe e Maria. La nostra storia d’amore”. Ecco un’intervista all’autore.

Il libro “Giuseppe e Maria. La nostra storia d’amore”, scritto da don Andrea Mardegan e illustrato da Anna Maria Trevisan, è edito dalle Edizioni Paoline, ed è disponibile in libreria e nei principali store digitali.

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Qual è il cuore del libro e perché ha deciso di scriverlo?

Il cuore del libro è svelare Giuseppe attraverso il suo dialogo con Maria, e mettere in evidenza per entrambi la loro storia d’amore. Non avevo presenti altre opere di taglio spirituale che riflettessero sul rapporto d’amore tra Giuseppe e Maria. Ci sono molti libri e anche documenti del magistero su Maria e molti su Giuseppe, ma non ho memoria di libri che li mettano insieme in modo esplicito. Ho pensato che in quest’epoca nella quale si evidenziano tante difficoltà nel portare avanti con gioia e crescita reciproca il rapporto tra gli sposi, poteva essere suggestivo offrire un approfondimento sulla relazione tra la Madre di Cristo e il suo sposo.

In questo libro usa la narrazione in prima persona dei protagonisti. C’è un motivo particolare?

Anche in altri libri questo modo di narrare mi ha facilitato perché i protagonisti che si rivelano possono dire quello che vogliono della loro vita, e così io mi metto da parte e faccio parlare loro. Inoltre ha il fascino della confidenza a cuore aperto, senza ostacoli, senza filtri, e chi ascolta è facilitato a sentire i protagonisti più vicini, a recepire l’invito a entrare nel loro cuore, a corrispondere con la confidenza alla confidenza. Forse questo stile narrativo mi si addice perché da tanti anni nei dialoghi di accompagnamento spirituale ascolto in prima persona la narrazione di innumerevoli storie interiori, tutte diverse, tutte interessanti e tutte nuove.

Papa Francesco quando parla di Maria ci tiene a dire che era “normale”

Molti lettori mi dicono che leggendo questo libro scoprono che Giuseppe e Maria hanno vicende e problematiche molto vicine alle nostre, nelle quali ci possiamo ritrovare, e così vengono tolti da quell’aura spiritualista nella quale, a volte, senza volerlo, un certo atteggiamento di devozione li colloca. Papa Francesco quando parla di Maria ci tiene a dire che era “normale”. Anche san Josemaría evidenziava spesso la dimensione della naturalezza e della normalità nella famiglia di Nazaret.

Quali sono gli aspetti principali riguardo ciò che hanno detto i pontefici su Maria e Giuseppe che hanno ispirato la scrittura del libro?

L’amore di papa Francesco per san Giuseppe mi ha incoraggiato: grazie alla sua indicazione adesso lo nominiamo come sposo di Maria in ogni preghiera eucaristica. Nell’omelia della messa del 19 marzo 2013, nell’inizio del suo pontificato, parlò di Giuseppe, della sua vocazione ad essere custode, e poi aggiunse anche la dimensione della tenerezza con queste parole: “Nei Vangeli, san Giuseppe appare come un uomo forte, coraggioso, lavoratore, ma nel suo animo emerge una grande tenerezza, che non è la virtù del debole, anzi, al contrario, denota fortezza d’animo e capacità di attenzione, di compassione, di vera apertura all’altro, capacità di amore. Non dobbiamo avere timore della bontà, della tenerezza!”

Giuseppe è custode: fu definito così anche da san Giovanni Paolo II

Inoltre Giuseppe è custode: fu definito così anche da san Giovanni Paolo II nella Redemptoris Custos. Sì: quell’enciclica riletta prima di scrivere il libro è stata una riscoperta. Giovanni Paolo II parla in termini molto intensi dell’amore sponsale di Giuseppe nei confronti di Maria: “Giuseppe, obbediente allo Spirito, proprio in esso ritrovò la fonte dell’amore, del suo amore sponsale di uomo, e fu questo amore più grande di quello che «l’uomo giusto » poteva attendersi a misura del proprio cuore umano” (RC 19).

Due illustrazioni di Anna Maria Trevisan

Anche di san Josemaría conosciamo il grande amore per Giuseppe e per Maria. In che cosa ti ha orientato il suo esempio?

La prima cosa del suo insegnamento che mi è risuonata nel cuore proprio in fase di decisione sul taglio da dare al libro, è stato il suo incoraggiamento a non separare mai Giuseppe da Maria. Poi il suo immaginarsi Giuseppe giovane, che peraltro è una tradizione antica e diffusa: già san Girolamo affermava che Giuseppe avesse circa vent’anni quando si sposò con Maria, e l’iconografia soprattutto spagnola del cinquecento e seicento, Murillo, Goya, Zurbarán e altri ce lo presentano così. Inoltre il soffermarmi e dare visibilità agli anni di vita normale a Nazaret, di lavoro e di rapporti sociali: sono un riferimento fondamentale nell’identificazione con Cristo, secondo san Josemaría, per coloro che vivono come cristiani normali in mezzo al mondo.

Perché la storia d’amore tra Giuseppe e Maria solitamente non viene considerata in quanto tale?

Penso a vari motivi: perché il Vangelo la lascia sottintesa, perché in altre epoche rispetto all’amore coniugale vigeva un grande riserbo pieno di pudore perfettamente comprensibile, e in particolare nella storia di Giuseppe e di Maria: il loro singolarissimo matrimonio verginale acuiva la riservatezza. Oggi però la dimensione dell’amore nel matrimonio sta crescendo progressivamente nell’attenzione della Chiesa, pensiamo alle catechesi sull’amore umano di san Giovanni Paolo II, alla “Deus caritas est” di papa Benedetto, alla “Amoris Laetitia” di papa Francesco, che è incentrata proprio sull’amore nel matrimonio. Oggi c’è un gran bisogno di storie belle d’amore sponsale. Perché non provare a scrivere della storia d’amore di Giuseppe con Maria? Mi è sembrato che i tempi fossero maturi.

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Il libro “Giuseppe e Maria. La nostra storia d’amore”, scritto da don Andrea Mardegan e illustrato da Anna Maria Trevisan, è edito dalle Edizioni Paoline, ed è disponibile in libreria e nei principali store digitali.