Il prelato dell’Opus Dei nel santuario di Covadonga

Mons. Fernando Ocáriz è andato in pellegrinaggio al santuario di Covadonga per partecipare all’Anno Giubilare dell’incoronazione della Madonna, invitato dall’arcivescovo di Oviedo, mons. Jesús Sanz Montes. Durante la giornata ha pregato nella Grotta davanti alla Madonna e ha concelebrato l’Eucaristia insieme all’arcivescovo e a don Adolfo Mariño, abate di Covadonga.

Nella Santa Grotta, cuore del santuario, l’arcivescovo ha rivolto il benvenuto al prelato e ha diretto la recita dell’Angelus. Dopo aver ringraziato, mons. Ocáriz ha chiesto a tutti di pregare per la Chiesa e per le intenzioni di Papa Francesco. La Santina – come è chiamata popolarmente la Madonna di Covadonga –indossava un manto donato dalle famiglie dell’Associazione Cares di Oviedo.

Circa quaranta sacerdoti hanno concelebrato l’Eucaristia, che ha avuto inizio con il saluto di benvenuto di mons. Sanz Montes. Tra gli altri, hanno concelebrato l’abate, il vicario generale Jorge Fernández Sangrador, il vicario regionale della prelatura, Ramón Herrando, vari vicari episcopali, canonici di Covadonga e sacerdoti di vari luoghi della diocesi. Il Coro Harmonía, di Gijón, ha cantato durante la cerimonia, che si è conclusa con l’Inno di Covadonga.

il prelato dell'Opus Dei ha invitato a pregare per i frutti del prossimo sinodo

Nelle parole di benvenuto l’arcivescovo ha manifestato la sua gratitudine per il lavoro dell’Opus Dei nella diocesi, compiuto – ha detto – “con autentica disponibilità e sincera dedizione in tanti ambiti – educativi, docenti, apostolici, familiari, professionali –, tra le vicende quotidiane della vita, santificando il lavoro, come un’opera di Dio incompiuta che Egli vuole affidare alle nostre piccole mani”.

Pregare per il prossimo Sinodo dei giovani

Durante l’omelia il prelato dell’Opus Dei ha sottolineato la sua gioia per aver avuto la possibilità di inginocchiarsi davanti alla Santina e ha invitato a pregare per i frutti del prossimo Sinodo sui giovani, la fede e il discernimento vocazionale, affinché molti giovani sentano la gioia di dedicare a Dio e agli altri la loro vita.

Mons. Ocáriz si è riferito alla Santina come “onnipotenza supplicante”, “donna del sì”, “causa della nostra letizia”, e la “credente per eccellenza”, con “una fede che ci spinge ad andare incontro agli altri”, con una gioia di cui “godono le persone generose che vivono attente alle necessità degli altri”.

Mons. Fernando Ocáriz si è detto grato per i frutti dell’Anno Giubilare

Il prelato si è detto grato per i frutti dell’Anno Giubilare, perché “molte persone sono venute e cercare il perdono e la protezione, e sono andate via con un cuore rinfrancato e una prospettiva di speranza che riempie la vita di gioia in Dio, malgrado le difficoltà”.

Le orme dei pellegrini

Mons. Ocáriz ha detto anche che il suo pellegrinaggio segue “l’orma lasciata da tanti pellegrini che nel corso dei secoli sono venuti in cerca di consolazione”. Ha ricordato le visite alla Santina fatte da san Giovanni XXIII e da san Giovanni Paolo II, oltre a quelle di san Josemaría, del beato Álvaro del Portillo e di mons. Javier Echevarría; poi si è soffermato in modo speciale su san Pedro Poveda, che negli anni tra il 1905 e il 1913 si è fermato a Covadonga, dove ha dato origine all’ideale dell’Istituzione Teresiana.

Fino all’8 settembre, Covadonga festeggia il centenario dell’Incoronazione della Madonna, la cui statua lignea si venera nella Santa Grotta, a pochi passi dalla basilica di stile neo-romanico inaugurata nel 1901. Migliaia di pellegrini vengono a pregare davanti alla Santina con l’invocazione “Madre e Regina”, motto di questo Giubileo.