​Il lavoro più importante è quello fatto con più amore

Silvia Bianchi, una delle prime numerarie dell’Opus Dei in Italia è tornata alla casa del Padre il 5 febbraio 2019. In questo articolo la ricordiamo grazie alle parole di chi l’ha conosciuta da vicino.

Silvia ha impegnato quasi tutta la sua vita al servizio del lavoro apostolico dell’Opus Dei. Una delle prime persone a ricevere la vocazione all’Opus Dei in Italia come numeraria, ha ricoperto per 32 anni l’incarico di segretaria regionale dell’Assessorato.

Ha vissuto gli ultimi 21 anni della sua vita a Roma dove ha avuto modo di stare più vicino al lavoro del Centro ELIS e del Campus Bio-Medico.

Silvia è morta all’età di 82 anni. Anni durante i quali si è messa a disposizione di Dio e degli altri, anche quando questo comportava per lei delle rinunce. Si è laureata in Lingue ed ha sempre coltivato la sua passione per questa materia, nonostante non abbia mai seguito la carriera professionale per dedicarsi in pieno al governo dell’Opus Dei in Italia. Una scelta che ha preso con gioia e con la consapevolezza di trovare la felicità al servizio degli altri.

Chi ha vissuto con lei la ricorda come una persona dotata di una bontà profonda, sempre pronta ad ascoltare le necessità degli altri e ad aiutarli quando ce n’era bisogno, il tutto curandosi di non mettersi in mostra e di non farsi notare. Questa bontà e disponibilità le ha conservate anche negli ultimi anni in cui, avendo perso un po’ di vigore, era docile alle istruzioni che riceveva sulla sua salute.

San Josemaría e il beato Álvaro del Portillo hanno potuto contare sulla sua fortezza, sulla sua prontezza nell’accogliere i suggerimenti per lo sviluppo dell’Opera in Italia e a lavorare per metterli in pratica. Qualità che ha potuto sperimentare anche chi ha lavorato con lei.

Silvia è stata una grande amante della letteratura, scriveva poesie e divorava praticamente libri su libri, oltre ad essere molto legata alla sua famiglia. Il giorno del suo settantesimo compleanno la vennero a trovare a Roma tutti i suoi fratelli che le prepararono una sorpresa. Enrico con la moglie Maria José, Marina – che la sta aspettando in Cielo da poche settimane –, Valeria, Letizia e Renata con il Dria (Andrea) le avevano organizzato una lettura di brani scelti di letteratura da fare insieme. Silvia apprezzò moltissimo questo regalo.

Infine, nell’omelia pronunciata durante il suo funerale, celebrato dal prelato mons. Fernando Ocáriz, il sacerdote ha ricordato un episodio che coinvolse il fondatore dell’Opus Dei e che ben si applica alla figura di Silvia: «facendo riferimento all’Università di Navarra, san Josemaría si domandò: “Qual è il lavoro più importante, quello del rettore o quello delle donne delle pulizie? Non lo so. È quello che viene fatto con più amore”».