Il Dio bambino, un libro sulla devozione a Gesù Bambino

Sono moltissimi i cristiani di tutti i tempi e luoghi che hanno avuto una devozione speciale nei confronti di Gesù Bambino. Don Michele Dolz ne parla in questo libro.

Perché tanti cristiani amano venerare e raffigurare Gesù Bambino? Come si è sviluppata nella Chiesa questa devozione? Nella storia della Chiesa sono numerosi i cristiani, tra loro alcuni famosi santi, che hanno avuto una personale e affettuosa devozione verso Gesù Bambino.

Santa Teresa di Lisieux volle chiamarsi «di Gesù Bambino»; Edith Stein lo sentiva vicino nel campo di sterminio; Padre Pio se lo vide apparire. San Josemaría Escrivá gli diceva: «Mi piace vederti piccolino, indifeso, per illudermi che tu abbia bisogno di me». E san Giovanni Paolo II: «Asciuga, Bambino Gesù, le lacrime dei fanciulli».

Il Dio bambino è disponibile in libreria, nei principali store digitali e sul sito delle Edizioni Ares.

Riportiamo un passaggio del libro in cui don Michele Dolz descrive le origini della devozione al bambin Gesù di san Josemaría.


La radicata devozione del santo a Gesù Bambino, sebbene acquisita nell’infanzia, si manifesta con toni particolari nei primi anni Trenta. Dal 1931 era cappellano delle suore agostiniane del Real Patronato de Santa Isabel, a Madrid. Lì, dopo aver celebrato la messa, passava in una sala dove si conservava una statua di santa Gertrude che lo commuoveva particolarmente per l’iconografia che abbiamo già visto: Gesù Bambino nel suo cuore.

Mi piace vederti piccolino, indifeso, per illudermi che tu abbia bisogno di me. (san Josemaría)

Le agostiniane custodivano una statuetta del Bambin Gesù alla quale il cappellano arrivò a essere così legato che ancora adesso le suore la chiamano «il Bambino di don Josemaría». Ne fece conoscenza il 15 ottobre 1931, festa di santa Teresa di Gesù. «Uscendo dalla clausura», racconta nei suoi appunti spirituali. «in portineria mi hanno mostrato un Bambin Gesù che era un sole. Non l’ho mai visto così bello! Incantevole. L’hanno denudato: sta con le braccine incrociate sul petto e gli occhi socchiusi. Bellissimo: me lo sono mangiato di baci… e ben volentieri me lo sarei rubato».

Il giorno dopo don Josemaría avrebbe raggiunto il momento più alto di orazione della sua vita, quando ricevette la grazia di penetrare fulmineamente nel mistero della filiazione divina. Si trovava su un tram. «Ho sentito affluire l’orazione di affetti copiosa e ardente. Così in tram e fino a casa. Questo appunto che scrivo non è altro che il prosieguo, interrotto solo per scambiare due parole con i miei […] e per baciare molte volte la mia Madonna dei Baci e il nostro Gesù Bambino».

ogni settimana andava alla ruota del convento e la monaca addetta gli passava il Bambinello

Fu un approfondimento definitivo nella vita d’infanzia spirituale che percorreva da tempo pur senza conoscere bene gli insegnamenti di santa Teresa di Lisieux. Certo è che da quel momento la devozione al Bambin Gesù e l’infanzia spirituale crescevano impetuosamente e parallelamente in lui. Da allora, ogni settimana andava alla ruota del convento e la monaca addetta gli passava il Bambinello. Suor San José, che allora era la sagrestana, riferiva di aver visto spesso che, quando il Bambino, durante il tempo natalizio, si trovava nella sagrestia della chiesa, don Josemaría gli parlava, cantava per lui e gli sorrideva come se si fosse trattato di un bambino vero.

«Il Bambino Gesù: come mi ha avvinto questa devozione da quando ho visto il grandissimo birbante che le mie monache conservano nella portineria della clausura! Gesù Bambino, Gesù Adolescente: mi piace vederti così, Signore, perché… posso osare di più. Mi piace vederti piccolino, indifeso, per illudermi che tu abbia bisogno di me».

Il 30 dicembre le monache gli permisero di portarsi via il Bambino e lui, avvolgendolo sotto al suo mantello, si incamminò verso le case dei suoi amici per farglielo vedere, orgoglioso. Con l’occasione scattò alcune fotografie, prima di restituirlo.


Il Dio bambino è disponibile in libreria, nei principali store digitali e sul sito delle Edizioni Ares.