Un cooperatore dell’Opus Dei di religione ebraica aiuta un centro di formazione per la donna

Samuel Camhi Levy, ebreo cresciuto a Gerusalemme, durante la sua vita ha sostenuto un'iniziativa sociale dell'Opus Dei perché pensava: "là dove si trova l’Opus Dei, regna la libertà religiosa".

Samuel Camhi è nato nel 1900 in una famiglia sefardita molto povera, a Smirne in Turchia. Suo padre morì quando lui aveva solo 2 anni. La famiglia dovette emigrare a Gerusalemme. Ma lo stipendio del fratello maggiore non bastava a mantenere la famiglia, così Samuel fu affidato alla famiglia Camhi all’età di 4 anni. Il ricordo di questa dolorosa separazione l’ha accompagnato per tutta la vita. Ha studiato alla scuola francese di Gerusalemme fino alla chiusura della scuola a causa della Prima Guerra Mondiale. Fu obbligato a rinunciare a proseguire gli studi a Parigi.

Una vita difficile

Dopo la guerra, Samuel sopravvisse all’epidemia di « febbre spagnola». La vista dei bambini abbandonati e affamati lo segnò a vita: “Se un giorno avrò dei soldi – giurò a se stesso – farò tutto ciò che è in mio potere per aiutarli”.

All’inizio degli anni venti, perde i suoi genitori adottivi. Lascia Gerusalemme per il Guatemala. Laggiù, riesce a metter su una piccola impresa commerciale che andrà sull’orlo della bancarotta a causa della crisi del 1929. Al momento di dichiarare il fallimento, riprende coraggio grazie alla conferenza di un oratore ebreocui aveva partecipato. Lavora per ripianare i debiti e a partire dal 1935 riesce ad aprire nuove succursali e a garantirsi un buon guadagno.
L’impegno a favore di due iniziative sociali di formazione

All’inizio degli anni sessanta, Samuel Camhi conosce Ernesto Cofiño, soprannumerario dell’Opus Dei attivo in progetti sociali e di formazione. Nasce una grande amicizia. Ernesto gli parla dell’inizio di una nuova scuola per operai chiamata Kinal, che si ispira al messaggio dell’Opus Dei. Samuel mette generosamente a disposizione una casa.

Nel 1963, visita una scuola di formazione per le donne in economia domestica in un quartiere povero a fianco della discarica comunale; si tratta di Jukabal. Questa scuola era nata anche grazie al sostegno spirituale dell’Opus Dei.

Visto che le promotrici non riuscivano più a pagare l’affitto dei locali, Samuel non esitò ad acquistare la casa perché diceva: "La dove c’è la pulizia, c’è il lavoro".

Suo figlio Jacob Camhi racconta a tal proposito: “Non è che navigasse nell’oro. L’ha fatto per generosità, per aiutare gli altri. Chiese un prestito e lo rimborsò grazie ai ricavi di qualche terreno. In garanzia arrivò ad ipotecare alcuni dei suoi negozi; la sola cosa che gli importava era sapere che il denaro era in buone mani. E quando creò la Fondazione Samuel Camhi, mise nero su bianco una condizione: che la formazione morale di Junkabal fosse affidata all’Opus Dei.”

«Dove si trova l’Opus Dei, regna la libertà religiosa»

"Perché ha fatto tutto ciò? Voi non siete cattolici…”. “E’ vero, siamo ebrei di razza e di religione; papà è vissuto ed è morto ebreo. Ma sapeva che in tal modo avrebbe garantito un’atmosfera senza discriminazioni a Junkabal. Pensava: là dove si trova l’Opus Dei, regna la libertà religiosa."

"San Josemaría ci scriveva sempre per il compleanno di papà o per delle occasioni speciali. E papà diceva che mai nessuno era stato così affettuoso nei suoi confronti."

"Quando penso alla sua vita, comprendo la sua gioia all’inaugurazione di Junkabal: aveva finalmente mantenuto la premessa della sua infanzia. Quel giorno è stato sicuramente il più felice di tutta la sua vita."