Diversi percorsi, un solo cammino

Quali sono le speranze e le sensazioni dei giovani che approfittano dell’estate per fare un pellegrinaggio? In questo articolo sono state raccolte due diverse esperienze del Cammino di Santiago: il cammino francese e quello portoghese.

Negli ultimi anni sempre più ragazzi e ragazze decidono di passare preziosi giorni di riposo estivo “in cammino”, e il cammino di Santiago è uno dei pellegrinaggi più attraenti e gettonati. Ma non esiste un solo cammino, ci sono tante vie per arrivare a Santiago de Compostela per abbracciare la statua dell’apostolo.

La via francese

Il 23 luglio un gruppo di quasi trenta ragazze liceali sono partite da Sarria percorrendo circa 20 km al giorno. Laura è una ragazza di 18 che frequenta un liceo classico di Roma. Per lei è stata la prima esperienza di pellegrinaggio: “Sapevo che dal punto di vista fisico sarebbe stato molto impegnativo, e mi sono messa in cammino come se fosse un’avventura. Non avevo delle grandissime aspettative dal punto di vista della fede, ma alla fine mi sono dovuta ricredere.”

mi sono messa in cammino come se fosse un’avventura

Chi me l’ha fatto fare?

Una settimana in spiaggia sarebbe stata molto più comoda, eppure Laura e le sue amiche si sono lanciate in quest’avventura: “Ci sono stati dei momenti tosti. Non dimenticherò mai - continua la ragazza romana - il secondo giorno. I muscoli si accorgono che c’è qualcosa che non quadra, e la fatica si aggiunge ai 10 chili dello zaino. A un certo punto speravo che qualcuno venisse a prendermi in macchina. Abbiamo superato questi momenti facendoci forza tra di noi, stando in gruppo. Il segreto è camminare chiacchierando con qualcuno, ma senza perdere troppo fiato!”

“All’inizio ero preoccupata perché vedevo alcune andare veloci, e pensavo che sarei arrivata con un giorno di ritardo. Ma dopo le prime soste era chiaro che la stanchezza riguardava tutti i pellegrini, nessuno escluso.” Il cammino di Santiago è soprattutto un pellegrinaggio cristiano, un percorso di fede: “Eravamo un gruppo, e non una serie di gruppetti: c’era un bel clima di amicizia, sia nei momenti più faticosi che in quelli più distensivi. In ogni caso alla fine ognuna ha fatto il suo cammino: grazie al silenzio e al contatto con la natura è molto più facile pregare.”

A un certo punto speravo che qualcuno venisse a prendermi in macchina

L’abbraccio con l’apostolo

Dopo più di 100 km di pellegrinaggio, finalmente il gruppo di Laura è giunto alla meta. Gli occhi della ragazza sembrano guardare un punto ben preciso davanti a lei quando racconta dell’evento: “È molto difficile spiegare la felicità di essere arrivata, la sensazione di aver terminato qualcosa di grande. Una volta tornata a casa ho subito sentito la malinconia per quell’atmosfera così unica, ma anche un grande desiderio di mettere in pratica quello che ho imparato durante il cammino. Come si dice tra pellegrini, ultreia et suseia: Santiago è l’inizio, non la conclusione del cammino. Da qui può iniziare veramente tutto.”

grazie al silenzio e al contatto con la natura è molto più facile pregare

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La via portoghese

All’inizio di agosto Cristina è partita insieme ad altri 30 studenti dell’Università Campus Bio-Medico di Roma per arrivare a Santiago costeggiando l’Oceano Atlantico tra Portogallo e Spagna: “Le domande che ci ponevamo prima della partenza (come faccio a fare entrare tutto in uno zaino da 30 Litri? Ma il phon servirà? Dove dormiremo?) risultano banali nel corso del cammino, nessuno più ci pensa e giorno per giorno ci si convince che con quello zaino si sarebbe potuto affrontare guerre, carestie e magari la traversata dell’oceano.”

Con l’aumentare dei chilometri lo zaino sembra sempre più pesante

In questo cammino che cosa cercate?

Questa è la difficile domanda che il sacerdote che accompagnava i ragazzi ha rivolto loro dopo la prima giornata di cammino: “Cercai la risposta nelle facce dubbiose dei miei compagni, ma capii subito che la risposta, se esisteva, l’avrei trovata solo alla fine. Decisi di godermi i paesaggi incantati, i tramonti mozzafiato, i vari dolori alla schiena, le contratture…”. Con l’aumentare dei chilometri lo zaino sembra sempre più pesante, e può arrivare lo scoraggiamento: “Se fosse stata una corsa di cavalli, - continua la studentessa di medicina - non avrei mai scommesso su di me: malconcia, con delle lesioni ai legamenti della caviglia, un blando allenamento fisico e la cosa peggiore di tutte, ovvero l’insicurezza che mi portava a dubitare di me stessa.

Dopo una giornata di cammino si partecipa insieme alla Santa Messa e lì si può cogliere il senso della fatica

Come nella vita, anche nel pellegrinaggio ognuno ha il suo passo, ma ci sono degli appuntamenti comuni da vivere anche insieme: “Dopo una giornata di cammino si partecipa insieme alla Santa Messa e in quel momento di comunione tra noi e Lui si può cominciare a cogliere il senso della fatica. Eravamo 30 tra ragazzi e ragazze provenienti da diversi corsi di Laurea e di età diversa, ma otto giorni sono bastati per far nascere un’amicizia vera e sincera, perché in un’esperienza del genere mostri la tua vera essenza e come sei tu.”

Mancano tre chilometri

“I giorni passano, ma il cammino non lenisce i tuoi dolori, te li amplifica. In parte i dolori passano grazie agli antidolorifici, ma alcuni si superano solo con un “farmaco” esclusivo che ognuno di noi ha nel cassetto, ma che viene dimenticato o nascosto per paura o per pigrizia: la forza di volontà. Quando ci imbattemmo nel segnale che ci informava che mancavano solo 3 km a Santiago De Compostela, tutti festeggiammo come se avessimo già la cattedrale davanti.

Ricordo quei 3 km come i più lunghi di tutto il cammino. Arrivati dentro la città ci immettemmo in un lungo viale, sul quale si affacciano almeno 50 farmacie specializzate nell’ortopedia. Avvertii una strana sensazione: non volevo che quei chilometri terminassero. Del momento in cui siamo arrivati nella piazza ricordo che c’è stato un abbraccio di gruppo, alcuni sono scoppiati in lacrime in un pianto liberatorio, altri si sono gettati a terra dalla stanchezza. Io ricordo che ho alzato la testa e davanti a me c’era la cattedrale e ho pensato: ce l’ho fatta! In quel momento di gioia dell’intero gruppo, ognuno ha trovato la risposta che stava cercando.

Avvertii una strana sensazione: non volevo che quei chilometri terminassero

Forse la risposta che cercavamo, l’abbiamo costruita noi giorno per giorno e ce ne siamo resi conto solo in quel momento. Il cammino è un’entità, ti frantuma la mente, ti polverizza l’anima, ti massacra il corpo e ti restituisce quello che tu non immaginavi più di poter trovare. Te stesso.”