«Cina-Milano, la strada dove ho trovato Dio»

Jiaqi è una ragazza cinese che si è converita al cristianesimo dopo essere giunta in Italia per un Master in Economia. In questo articolo, pubblicato su Avvenire il 25 maggio 2019 e scritto da Anna Sartea, viene raccontata la sua storia.

Quando è arrivata in Italia da Dongguan, città nel sud della Cina, per frequentare un Master in Economia per il Turismo all’Università Bocconi, Jiaqi era una giovane studentessa che si interrogava sull’esistenza di Dio. Poco più di quattro anni dopo è diventata cristiana, ricevendo il Battesimo (assumendo il nome di Agnese) la Cresima e la Comunione nella cappella del Collegio Universitario Viscontea, legato all’Opus Dei, al termine di un percorso di fede maturato nei suoi anni milanesi.

Dopo quattro anni a Milano, Jiaqi è diventata cristiana

Con una laurea da poco conseguita nel suo Paese, nel 2014 Jiaqi si trasferisce a Milano per continuare gli studi in un ateneo della città e trova alloggio in Viscontea, una delle residenze della Fondazione Rui. A novembre dello stesso anno ne varca la soglia per la prima volta. «Mi sono sentita subito a casa. La Visco – come la chiamiamo noi residenti – è stata per me una seconda famiglia. Lontana dalla mia migliaia di km, ho incontrato tra quelle mura persone che mi hanno accolto con affetto ed entusiasmo. Sin dai primi giorni, le ragazze che vi abitano, provenienti da ogni regione del mondo, mi sono state vicine in questa nuova avventura e siamo diventate presto amiche. Ci siamo conosciute attraverso le nostre culture e tradizioni così diverse ma che abbiamo imparato a scoprire e ad amalgamare».

JIAQI nella residenza universitaria Viscontea ha capito che la sua vita poteva essere «più ricca e avere un senso più profondo»

Vivere a stretto contatto con tante giovani come lei, universitarie che si trasferiscono nel capoluogo lombardo per motivi di studio, l’ha cambiata dentro e l’ha portata a «guardare la vita con altri occhi». Giorno dopo giorno, partecipando alle numerose proposte formative che la Viscontea le offriva, ha condiviso con le altre ragazze ore di studio e momenti di svago; ha assistito a incontri culturali con docenti e professionisti; ha preso parte alle dinamiche della realtà collegiale, arrivando a capire che la sua vita poteva essere «più ricca e avere un senso più profondo».

Con il passare dei mesi si è fatta strada dentro di lei la percezione di essere priva di qualcosa. «Guardavo le persone che vivevano con me in collegio e mi sembravano tutte persone belle e brave. Mi chiedevo come mai fossero così, quale fosse il segreto della bellezza che coglievo in loro. Ho realizzato allora che qualcosa mancava nella mia vita. E piano piano ho iniziato questo percorso che mi ha portato a entrare a pieno titolo nella famiglia dei figli di Dio».

«ho iniziato questo percorso che mi ha portato a entrare a pieno titolo nella famiglia dei figli di Dio» (Jiaqi)

Nel dicembre del suo secondo anno in Italia, la morte della nonna materna rappresenta un’altra tappa significativa nel cammino appena intrapreso. Jiaqi avverte l’impulso di fare qualcosa e recita la preghiera dell’eterno riposo aiutata da un’amica che gliela insegna. «Ero certa che la nonna si trovasse in qualche luogo, accolta da un essere superiore che si sarebbe preso cura di lei e questa consapevolezza mi dava pace. Ero preoccupata invece per la mia famiglia e decisi che l’unico modo per aiutarla da lontano fosse pregare assistendo a una Messa in Duomo, anche se il rito non aveva ancora alcun valore per me».

Si fanno così strada nella sua testa parole cui desidera dare il vero significato. Che cos’è l’eternità? La felicità in cosa consiste? Come si vive una vita piena di senso? L’essere umano chi è? E arriva il momento in cui comincia seriamente la sua ricerca di Dio. Jiaqi accompagna con frequenza le amiche alla Messa domenicale e fa domande su ogni singola parte della liturgia. Sfoglia le pagine del Vangelo che una di loro le aveva regalato e chiede il perché di ogni gesto e parola di Cristo raccontati in quelle righe. Si ritaglia momenti di preghiera personale e collettiva. Finché un giorno decide di intraprendere definitivamente il cammino di iniziazione alla vita cristiana, frequentando il programma per i catecumeni della diocesi ambrosiana. «Ho capito cosa vuol dire essere figlia di Dio in pienezza e per questo mi sento finalmente a casa. Dio è come una luce che illumina gli altri e ora che sono diventata cristiana so che spetta anche a me illuminare il mondo con la sua luce e con il suo amore».