“Il Signore ci soccorre e ci risolleva”

Tu non puoi trattare nessuno senza misericordia: e, se ti sembra che una persona non sia degna di misericordia, devi pensare che neppure tu meriti nulla. — Non meriti di essere stato creato, né di essere cristiano, né di essere figlio di Dio, né di appartenere alla tua famiglia... (Forgia, 145)

Sono rimaste bene impresse nella nostra mente, tra molte altre scene del Vangelo, la clemenza verso la donna adultera, la parabola del figliol prodigo, quella della pecora smarrita, quella del debitore perdonato, e la risurrezione del figlio della vedova di Nain. Quanti motivi di giustizia, per spiegare questo grande prodigio! È morto l'unico figlio di una povera vedova, colui che dava senso alla sua vita e poteva aiutarla nella sua vecchiaia. Ma Gesù non opera il miracolo per dovere di giustizia; lo fa per compassione, perché si commuove interiormente davanti al dolore umano.

Quanta sicurezza ci deve ispirare la misericordia del Signore! Invocherà da me aiuto e io ascolterò il suo grido, perché sono misericordioso. È un invito, una promessa che non mancherà di compiere.Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ricevere misericordia e trovare grazia ed essere aiutati al momento opportuno. Nulla potranno i nemici della nostra santificazione, perché la misericordia di Dio ci precede: e se — per nostra colpa e per nostra debolezza — cadiamo, il Signore ci soccorre e ci risolleva. Avevi imparato a evitare la negligenza, ad allontanare da te l'arroganza, ad acquistare la pietà, a non essere prigioniero delle cose mondane, a non preferire ciò che è caduco all'eterno. Dato però che la debolezza umana non può procedere con passo sicuro in un mondo sdrucciolevole, il buon medico ti ha indicato anche dei rimedi contro il disorientamento, e il giudice misericordioso non ti ha negato la speranza del perdono.

 (E' Gesù che passa, 7)

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