Un aiuto per le mamme lavoratrici

Riportiamo la testimonianza di alcune studentesse volontarie alla "Casa di tutte le Genti" di Palermo, una struttura che ospita più di 80 bambini tra asilo e doposcuola.

"La Casa di tutte le Genti" è un progetto per l'infanzia attivo dal 2006 e pensato per offrire supporto alle famiglie nella città di Palermo. L'iniziativa, che mette a disposizione servizi di asilo e attività di doposcuola, nasce dall'iniziativa di una donna capoverdiana, Zenaida Boaventura, per far fronte ad un problema comune di molte madri del suo quartiere, ossia la difficoltà d'inserimento dei figli piccoli negli asili nido locali. Ad oggi, l'associazione ospita al mattino più di 40 bambini in fase pre-scolare, ai quali se ne aggiungono altrettanti nel doposcuola pomeridiano.

Mai con le mani in mano

“Appena entrati nel piccolo appartamento, ci si sente subito a casa - racconta Marta - C’è sempre bisogno di qualcosa e non si sta mai senza fare nulla. I bambini non hanno nessuna paura di chi viene lì: si fidano subito, ti accolgono allargando le braccia con un grande sorriso e, nel giro di due minuti, ti trovi un bambino in braccio, uno per mano e un altro che chiede di essere preso anche lui in braccio".

I bambini non hanno nessuna paura di chi viene lì: si fidano subito

Occuparsi dei bambini non significa solo giocare con loro: "È sempre utile portare beni di prima necessità come pasta, pannolini, anche merendine, succhi, perché i bambini passano lì tutte le giornate - spiega Silvia, 17 anni al quarto anno di liceo classico. "I bambini sono tantissimi e non sempre ci sono volontari sufficienti per portarli giù nel parco della Zisa. Quando ci siamo noi possiamo farli uscire e fare con loro qualcosa di diverso dal solito".

Le regole sono i fondamentali del divertimento

Il momento più caotico? Sicuramente il pranzo: "Fare mangiare tutti i bambini cercando di essere attente alle esigenze di tutti non è affatto semplice, è come trovarsi improvvisamente ad essere mamme di 40 bambini, anche solo per un pomeriggio!”. D’altra parte, il pranzo non è solo un momento di condivisione ma anche di insegnamento, continua Silvia, perché anche il divertimento ha le sue regole: “Ognuno di loro ha delle regole ben precise. Ogni bambino riceve un piatto, un cucchiaio di plastica e un tovagliolo e stanno tutti lì seduti. É sempre bello vederli pranzare tutti insieme. Ti insegna a vedere che anche una cosa minima può fare la differenza. Alla fine, torni a casa che sei più grata per quello che hai”.
È come trovarsi improvvisamente ad essere mamme di 40 bambini, anche solo per un pomeriggio!

"Per noi questo gesto è quasi insignificante: non ci costa nulla andare da dei bambini per un pomeriggio e giocare con loro, però per loro conta molto - racconta Lucia, 15 anni - "All'inizio pensavo che fossero bambini diversi dagli altri, magari che fossero un po' traumatizzati dalle loro situazioni o che non studiassero, che andassero male a scuola, invece poi ho scoperto che non è vero: abbiamo fatto dei giochi in cui parlavamo in inglese e ho scoperto che lo parlano bene, studiano".

Alcune volontarie della residenza Rume: Giulia, Irene, Marta e Martina.

Circa una volta al mese, si recano lì come volontarie circa 25 ragazze liceali che frequentano la Residenza Rume: "Abbiamo scelto di andare lì dopo che Zenaida è stata ospite da noi a cena e ci ha raccontato la sua storia. Nell'ascoltarla veniva subito voglia di vedere il posto di cui ci parlava e di dare una mano. Così abbiamo pensato di coinvolgere le liceali che frequentano la residenza, che sono state subito molto felici". Tanto che, racconta Marta, una tutor della residenza Rume "al termine del pomeriggio, le ragazze chiedono ogni volta: quando ci andiamo ancora?".

Per noi questo gesto è quasi insignificante: non ci costa nulla andare da dei bambini per un pomeriggio, però per loro conta molto

Dopotutto, conclude Giulia, studentessa di 14 anni di un liceo musicale: "Essere a casa non significa per forza 'stare a casa tua’: casa è dove c’è amore e ti senti a tuo agio, come succede qui”.