«Preoccuparsi della felicità degli altri è la via per essere felici veramente»

Il prelato dell’Opus Dei si è recato a Pamplona, dove ha partecipato alla cerimonia in omaggio del suo predecessore, mons. Javier Echevarría, come Gran Cancelliere dell’Università di Navarra. Ha anche avuto un incontro con 3.000 persone, oltre ad altre brevi cerimonie e visite.

Venerdì, 19 gennaioSabato, 20 gennaio


Sabato, 20 gennaio

Il prelato dell’Opus Dei ha partecipato a un incontro informale nel campo polisportivo dell’Università di Navarra, al quale sono intervenute più di 3.000 persone. Mons. Ocáriz ha cominciato ricordando il 50° anniversario dell’omelia Amare il mondo appassionatamente, pronunciata da san Josemaría nel campus dell’università. Il fondatore dell’Opus Dei sintetizzò il contenuto di questa omelia dicendo che “c’è un qualcosa di santo, di divino, nascosto nelle situazioni più comuni”. Secondo mons. Ocáriz “questo qualcosa di divino è l’amore di Dio per noi”.

Nei cinquanta minuti dell’incontro nove persone hanno fatto domande per chiedere consiglio e incoraggiamento per la loro vita cristiana. Una infermiera della Clinica Universitaria di Navarra, che aveva assistito don Javier Echevarría, gli ha chiesto come trasmettere la pace che aveva don Javier. Don Fernando ha affermato che don Javier trovava questa pace nella preghiera, perché “era un uomo che pregava molto, continuamente”.

In un altro momento, alla domanda di un padre di famiglia su come conciliare una vita professionale intensa con la dedizione alla moglie e ai figli, il prelato dell’Opus Dei ha sottolineato che “la soluzione è l’ordine, che richiede una gerarchia di valori e di obblighi”, senza dimenticare che per tutti “la cosa più importante è il tempo che dedichiamo a Dio”.

don Javier trovava questa pace nella preghiera, perché era un uomo che pregava molto, continuamente (mons. Fernando Ocáriz)

In risposta a un professore di filosofia che chiedeva come si può mostrare l’attrattiva della fede a persone non credenti, don Fernando ha parlato dell’importanza dell’amicizia: “Quando c’è amicizia, anche quando si hanno concezioni della vita profondamente diverse, ciò che interessa a uno interessa all’altro. Anche se non lo condivide, lo interessa. E questo interesse è già il seme che si mette nel cuore e nella testa delle persone”.

Uno studente della Residenza universitaria Belagua ha fatto domande sul prossimo Sinodo dei Vescovi, che ha come tema centrale “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. Don Fernando ha spiegato che, con questa iniziativa, la Chiesa cerca di invitare ogni giovane a interrogarsi intorno alla volontà di Dio su di lui, sulla sua vocazione. A una domanda sull’individualismo imperante in certi ambienti professionali, mons. Ocáriz ha insistito sull’importanza di pensare per prima cosa agli altri, perché “non esiste un sistema più sicuro per non essere felici che preoccuparsi soltanto della propria felicità. Invece, preoccuparsi per la felicità degli altri è la via per essere veramente felici”.

Quando c’è amicizia, anche quando si hanno concezioni della vita profondamente diverse, ciò che interessa a uno interessa all’altro (mons. Fernando Ocáriz)

Dopo l’incontro al polisportivo, il prelato si è recato all’edicola mariana del campus universitario per pregare davanti all’immagine della Madonna del Bell’Amore, una scultura benedetta da Papa Paolo VI nel 1965. In seguito ha visitato alcuni malati nella Clinica universitaria e ha avuto un breve incontro con gli studenti della Residenza universitaria Belagua. Questi gli hanno donato un distintivo d’onore con l’iscrizione “23-VIII-1963”, data nella quale don Fernando conobbe personalmente san Josemaría durante un corso estivo tenutosi in quella residenza.


Venerdì, 19 gennaio

«Don Javier Echevarría ha voluto che l’Università di Navarra fosse aperta al mondo intero, con l’aspirazione di servire»

Alla cerimonia, tenutasi la mattina del 19 gennaio, sono intervenuti – accanto a mons. Ocáriz – il rettore dell’università, Alfonso Sánchez-Tabernero, il precedente direttore generale dello IESE, Jordi Canals e la vice-decana della Facoltà di Medicina, la Dott.ssa Arantza Campo.

Nel suo intervento, la dottoressa Campo, che ha avuto modo di controllare la salute di mons. Javier Echevarría, ha ricordato come questi “ringraziava di cuore per tutte le cure ricevute”, mostrandosi sempre “vicino e cordiale, e assai spesso con qualche spunto di humour”. Il professor Canals ha fatto riferimento al “ricordo di buon governo” lasciato da mons. Echevarría a tutti quelli che lavorano nell’Università di Navarra, e che ha riassunto in tre punti: senso della missione, slancio nei progetti sempre condensato in azioni concrete, e una combinazione di visione universale e interesse per ogni persona. Da parte sua, il rettore dell’Università di Navarra ha messo in evidenza tre aspetti della personalità del precedente Gran Cancelliere: vicinanza, magnanimità e gratitudine.

Mons. Ocáriz ha fatto riferimento alla priorità della persona nelle decisioni di governo, alla promozione dell’interdisciplinarietà nell’attività universitaria e la convenienza di mostrare l’identità cristiana dell’università

Alla fine mons. Ocáriz si è soffermato su un aspetto che il suo predecessore, in sintonia con san Josemaría, desiderava per l’Università di Navarra: “l’apertura al mondo intero, con l’aspirazione di servire, di condividere ciò che di meglio si ha”.

Dopo la seduta accademica il prelato ha salutato i rappresentanti degli studenti dell’università, che ha incoraggiato nel loro attuale lavoro – lo studio –, stimolando il cameratismo ed evitando di isolarsi da “individualisti”.

Nel pomeriggio mons. Ocáriz ha avuto una riunione con un centinaio di professori e dipendenti dell’università che ricoprono incarichi direttivi. Rispondendo ad alcune domande dei presenti, ha fatto riferimento a questioni come la priorità della persona nelle decisioni di governo, la promozione dell’interdisciplinarietà nell’attività universitaria e la convenienza di mostrare l’identità cristiana dell’università fondata nel 1952 da san Josemaría.

Poi ha visitato la scuola Izaga, la cui sede attuale è stata inaugurata due anni fa. Ha visitato le attrezzature della scuola e per alcuni minuti è rimasto a parlare con il personale e le famiglie del centro educativo. Rispondendo a una questione prospettata da una insegnante, ha affermato che l’attività della scuola deve aspirare non soltanto a far sì che le insegnanti, le alunne e le loro famiglie crescano nelle virtù o intellettualmente, ma anche e soprattutto nell’amore per il Signore, “e questo ci rende persone migliori, più capaci di fare il bene”.

Ritornato al campus universitario, ha partecipato a una riunione accademica nell’edificio delle Facoltà ecclesiastiche, e si è congratulato con i professori di Teologia per il 50° Anniversario della facoltà. Parafrasando san Josemaría, mons. Ocáriz ha ricordato che “la teologia si studia bene quando la materia di studio diventa materia di preghiera”. Inoltre ha invitato i docenti a svolgere il loro lavoro “con l’entusiasmo dovuto alla verità di Dio e al mistero di Cristo e della Chiesa”.

la teologia si studia bene quando la materia di studio diventa materia di preghiera (mons. Fernando Ocáriz)

Dopo questa riunione il Prelato ha avuto un incontro con i seminaristi nell’Istituto Ecclesiastico internazionale Bidasoa, nel quale si formano attualmente quasi un centinaio di studenti di 24 paesi.