52. Si può negare la esistenza storica di Gesù?

Quasi in ogni pagina del Vangelo ci imbattiamo in personaggi che si chiedono qualcosa su Gesù: da dove viene, come mai insegna con tanta autorità, da dove deriva il suo potere, perché fa miracoli, perché sembra opporsi alle tradizioni, perché le autorità lo respingono. Sono domande che si fecero allora e si sono continuate a fare lungo i secoli. A queste domande se ne sono aggiunte altre sul Gesù storico: che lingua parlava, che rapporto aveva con Qumran, è esistito davvero Ponzio Pilato?

Le analisi storiche più rigorose coincidono nell’affermare con ogni certezza - anche prescindendo completamente dalla fede e dall’impiego delle fonti storiche cristiane per evitare qualsiasi sospetto - che Gesù di Nazaret è esistito. Egli visse nella prima metà del secolo primo, era giudeo, abitò la maggior parte della sua vita in Galilea, costituì un gruppo di discepoli che lo seguirono, suscitò un ampio seguito e speranze per quello che diceva e per i fatti straordinari che realizzava, andò in Giudea e a Gerusalemme almeno una volta, con motivo della festa di Pasqua, fu visto con diffidenza da parte di alcuni membri del Sinedrio e con cautela da parte dell'autorità romana, per cui alla fine fu condannato alla pena capitale dal procuratore romano della Giudea, Ponzio Pilato, e morì inchiodato a una croce. Una volta morto, il suo corpo fu depositato in un sepolcro, ma dopo alcuni giorni il cadavere non era più lì.

Lo sviluppo contemporaneo della ricerca storica permette di considerare provati almeno questi fatti. Non è poco per un personaggio di venti secoli fa. Non ci sono evidenze razionali che confermino con maggiore sicurezza l'esistenza di figure come Omero, Socrate o Pericle - per citare solo alcuni molto conosciuti -, rispetto a quelle che provano l'esistenza di Gesù. E inoltre i dati obbiettivi che si hanno su questi personaggi sono quasi sempre molto minori.

Però il caso di Gesù è diverso, e non solo per la profonda orma che egli ha lasciato, ma perché le informazioni storiche su di lui delineano una personalità e raccontano alcuni fatti che vanno oltre l’immaginabile, e oltre ciò che può essere disposto ad accettare chi pensi che non c’è niente al di là del visibile e dello sperimentabile. I dati invitano a pensare che lui era il Messia che doveva venire a reggere il suo popolo come un nuovo David, e ancora di più: che Gesù è il Figlio di Dio fatto uomo.

Per accogliere veramente questo invito si richiede di affidarsi ad un aiuto divino, gratuito, che offra un bagliore alla propria intelligenza e la renda capace di percepire la realtà in tutta la sua profondità. Si tratta però di una luce che non snatura questa realtà, ma che permette di coglierla con tutte le sue sfumature reali, molto delle quali sfuggono a uno sguardo ordinario. È la luce della fede.