34. Chi fu Giuseppe di Arimatea?

Quasi in ogni pagina del Vangelo ci imbattiamo in personaggi che si chiedono qualcosa su Gesù: da dove viene, come mai insegna con tanta autorità, da dove deriva il suo potere, perché fa miracoli, perché sembra opporsi alle tradizioni, perché le autorità lo respingono. Sono domande che si fecero allora e si sono continuate a fare lungo i secoli. A queste domande se ne sono aggiunte altre sul Gesù storico: che lingua parlava, che rapporto aveva con Qumran, è esistito davvero Ponzio Pilato?

Giuseppe di Arimatea viene menzionato nei quattro vangeli nel contesto della passione e morte di Gesù.Era oriundo di Arimatea (Armathajim in ebraico), un paese di Giuda, l'attuale Rentis, a 10 km a nordest di Lydda, probabilmente il luogo di nascita di Samuele (1 S 1,1). Uomo ricco (Mt 27,57) e membro illustre del sinedrio (Mc 15,43; Lc 23,50), aveva un sepolcro nuovo scavato nella roccia, nei pressi del Golgota, in Gerusalemme. Era discepolo di Gesù, però, come Nicodemo, teneva nascosto questo fatto per timore delle autorità giudee (Gv 19,38). Luca dice che aspettava il Regno di Dio e non aveva approvato la condanna di Gesù da parte del sinedrio (Lc 23,51). Nei momenti crudeli della crocifissione non teme di dare la faccia e chiede a Pilato il corpo di Gesù (nel Vangelo di Pietro 2,1; 6,23-24, un apocrifo del secolo II, Giuseppe lo sollecita prima della crocifissione). Concesso il permesso dal prefetto, tira giù il crocifisso, lo avvolge in un lenzuolo pulito e, con l’aiuto di Nicodemo, deposita Gesù nel sepolcro di sua proprietà, che mai nessuno aveva utilizzato. Dopo averlo rinchiuso con una grande pietra se ne vanno (Mt 27,57-60, Mc 15,42-46, Lc 23,50-53 e Gv 19,38-42). Fino a qui i dati storici.

A partire dal secolo IV sorsero tradizioni leggendarie di carattere fantastico in cui veniva esaltata la figura di Giuseppe. In un apocrifo del secolo V, gli Atti di Pilato, chiamato anche Vangelo di Nicodemo, si narra che i giudei disapprovano il comportamento di Giuseppe e Nicodemo a favore di Gesù e che, per questo motivo, Giuseppe viene messo in prigione. Liberato miracolosamente appare in Arimatea. Da lì ritorna a Gerusalemme e racconta come fu liberato da Gesù. Più fantasiosa è l’opera Vindicta Salvatoris (secolo IV ?), che ebbe una grande diffusione in Inghilterra e Aquitania. In questo libro si narra la marcia di Tito al comando delle sue legioni per vendicare la morte di Gesù. Al momento della conquista di Gerusalemme trova in una torre Giuseppe, che vi era stato rinchiuso perché morisse di fame. Nel frattempo, però, era stato alimentato con cibo che arrivava dal cielo.

Nei secoli XI-XIII, la leggenda su Giuseppe di Arimatea fu colorita di nuovi dettagli nelle isole britanniche e in Francia, innestandosi nel ciclo del santo Graal e del re Artù. Secondo una di queste leggende, Giuseppe lavò il corpo di Gesù e raccolse l’acqua e il sangue in un recipiente. Dopo, Giuseppe e Nicodemo ne divisero il contenuto (vedere la domanda Che cosa è il santo Graal?). Altre leggende dicono che Giuseppe, portando questo reliquiario, evangelizzò la Francia (alcuni racconti dicono che sarebbe sbarcato a Marsiglia con Marta, Maria e Lazzaro), la Spagna (dove San Giacomo lo avrebbe consacrato vescovo), il Portogallo e l'Inghilterra. In questa ultima regione, la figura di Giuseppe divenne molto popolare. La leggenda ne fa il fondatore della prima chiesa sul suolo britannico, in Glastonbury Tor, dove, mentre stava dormendo, dal suo bastone pastorale sarebbero usciti radici e fiorì. Glastonbury Abbey divenne un luogo di peregrinazione fino a che questa tradizione fu eliminata con la Riforma nel 1539. In Francia, una leggenda del secolo IX riferisce che il patriarca Fortunato di Gerusalemme, ai tempi di Carlo Magno, fuggì in occidente portandosi le ossa di Giuseppe di Arimatea, fino ad arrivare al monastero di Moyenmoutier, dove arrivò ad essere abate.

Tutte queste leggende, senza alcun fondamento storico, mostrano l’importanza che si dava ai primi discepoli di Gesù. Lo sviluppo di questi racconti può essere legato a polemiche circostanziali di alcune regioni (come Inghilterra e Francia) con Roma. Sarebbe cioè un tentativo di dimostrare che determinate regioni erano state evangelizzate da discepoli di Gesù e non da missionari inviati da Roma. In qualsiasi caso, non ha niente a che vedere con la verità storica.