Codice Da Vinci: un papocchio

Dal blog "Italians" di Beppe Severgnini su Corriere.it

Caro Beppe,

6 Italians e 3 cari amici, tutti laureati (uno è docente di diritto a Padova) mi hanno chiesto di leggere "Il Codice Da Vinci" in virtù delle mie competenze teologiche. Avevo tanto da fare, tra tesi in filosofia del diritto, studi su San Tommaso e progetto di riordino del mio lavoro imprenditoriale, ma di fronte alla sincera crisi di coscienza manifestata da medici, interpreti e giuristi ho dovuto acconsentire alla lettura del romanzo.

Il mio giudizio è fantozziano: una ........ pazzesca! Motivo: gli americani non rispettano la realtà storica in quanto privi di storia, nei romanzi e nei film (sono terrorizzato dal prossimo film su Alessandro Magno!), per cui non dovrebbero scrivere romanzi storici. Chi è l'autore? Un WASP laicizzato. Cioè puritano, sessuofobico, anticattolico (gli USA sono più anticattolici degli arabi, e il razzismo per italiani e irlandesi non è nemmeno strisciante come quello per i neri), maschilista e finto-liberal. Tutto il romanzo lo dimostra: si regge su una serie di menzogne storiche, come la cancellazione del femminino sacro dal cristianesimo ad opera della Chiesa (e la venerazione per la Madonna, cos'è?), dimenticando che Papa Luciani dichiarò che Dio è Padre, ma anche Madre, poiché a Dio non può mancare l'amore materno, unico nelle donne ("li fece a sua immagine e somiglianza..."); sulla falsità del Concilio di Nicea del 325 (vorrei spiegare ma non c'è spazio: ma i dogmi sono espressione del Vangelo e vengono sanciti per chiarezza, non vengono inventati di volta in volta. I Vangeli bastano, e gli apocrifi sono tali in quanto posteriori ai testimoni oculari); su una storia falsa sui Templari (volete un romanzo storico esoterico ben scritto su questi argomenti? Il "Pendolo di Foucault" di Eco: altro spessore!); su errori storici (niente comunità ebraiche in Francia prima del 70 dC. che proteggessero la discendenza di Gesù, peraltro odiato dagli ebrei). Inoltre l'odio per l'Opus Dei del santo Escrivá deriva dal successo di conversioni che proliferano negli USA: dipingerla come una setta di fanatici è irrispettoso, soprattutto per le falsità riportate.

Concludo: se il prossimo romanzo di Brown dirà che Piazza S. Pietro è la pista di atterraggio per alieni favoriti dal Papa contro l'umanità, che questo si è sempre saputo ma la Chiesa lo ha occultato, non mi stupirei: sarebbe un'opera più veritiera del "Codice Da Vinci".

Davide Lovat // Italians