Un best seller contro la fede

Il "thriller" che nega la divinità di Cristo e la fondatezza del Vangelo vende in America più di sei milioni di copie.

Se vi suggeriscono come lettura amena sotto l'ombrellone il thriller “Il Codice Da Vinci” di Dan Brown, state attenti: prendete in mano un libro fortemente anticristiano. Per dare un'idea di questo libro, la vicenda del “Codice Da Vinci” parte dal presupposto che Gesù non fosse affatto figlio di Dio; che non sia né risorto né asceso al cielo, ma che abbia sposato (sì, avete letto bene: "sposato") nientemeno che Maria Maddalena, per avere da lei vari figli, e una discendenza che arriverebbe fino ai giorni nostri. Manco a dirlo, la protagonista femminile del thriller, Sophie Neveu, agente della polizia francese, sarebbe l'ultima erede di questa discendenza.

Questi i presupposti, in un certo senso l'antefatto del thriller, dove le regole classiche della suspence sono applicate in modo così meccanico, da avere il sapore del videogioco. Ora, poco interessa l'intreccio, peraltro monotono e ripetitivo, fatto di colpi di scena quasi tutti prevedibili. La cosa che lascia stupefatti è il taglio ideologico. Nel libro vengono buttate là, tra un inciso e l'altro, affermazioni di questo tipo: "In trecento anni di caccia alle streghe, la Chiesa aveva bruciato sul rogo la sorprendente cifra di cinque milioni di donne” (capitolo 28, pagina 150). L'infame cattiveria della Chiesa, sempre secondo l'autore, s'incarnerebbe oggi nell'Opus Dei, che viene rappresentata come una setta sanguinaria che si macchia dei più atroci delitti, tra cui quello che dà il via alla storia, pur di tener nascosto il famoso "segreto" di Maria Maddalena. Del quale segreto, peraltro, non viene data alcuna dimostrazione storica: viene semplicemente affermato che la Chiesa, ai tempi dell'imperatore Costantino, avrebbe fatto piazza pulita di un'ottantina di vangeli (!), per metter in circolazione i quattro che conosciamo, Matteo, Marco, Luca e Giovanni, e con essi la sua falsa versione dei fatti.

Non credete a quello che state leggendo? Allora, leggete questi passi scelti, tratti dal capitolo 55, tra le pagine 273 e 274. "Gesù era visto dai suoi seguaci come un profeta mortale: un uomo grande e potente, ma pur sempre un uomo" (...)"Fu tutta una questione di potere: Cristo come Messia era indispensabile al funzionamento della Chiesa e dello Stato" (...) "...questa prima Chiesa (cioè quella dei tempi di Costantino, n.d.r.) ha letteralmente rubato Gesù ai suoi seguaci originali, sottraendogli il suo messaggio umano e avvolgendolo in un impenetrabile manto di divinità, e l'hanno usato per aumentare il loro potere". A pagina 277 leggiamo: ".. quasi tutto ciò che i nostri padri ci hanno insegnato a proposito di Cristo è falso".

E questa è l'inevitabile conclusione del paradossale, inaudito teorema. Tra parentesi, Da Vinci, che sarebbe poi Leonardo, c'entra nella storia perché avrebbe rappresentato nell'Ultima Cena, accanto a Gesù, non san Giovanni, come da cinquecento anni tutta l'umanità crede, ma appunto Maria Maddalena. Povero Leonardo! Ci voleva proprio il signor Dan Brown per smascherarlo! E poveri noi, che entrando in libreria ci troviamo, offerti fianco a fianco dallo stesso editore (Mondadori, tanto per intenderci) l'ultimo libro di spiritualità di Giovanni Paolo II, “Alzatevì, andiamo”, e questo “Codice Da Vinci” che i cattolici e i protestanti americani, in una vigorosa campagna d'opinione, hanno definito "demoniaco".

Anche grandi giornali come il New York Times fanno eco a questa battaglia combattuta per salvare una generazione di giovani "biblicamente analfabeti" dai clamorosi falsi che sono contenuti in questo romanzo.

Il vangelo di Matteo, nel capitolo finale (Mt, 28,12-1 5) racconta come i sommi sacerdoti e gli anziani del Sinedrio, per nascondere la notizia della Risurrezione, corruppero alcuni soldati della guardia convincendoli a raccontare che il corpo di Cristo era stato trafugato nella notte dai suoi discepoli. Dunque i credenti nel Cristo sono avvertiti sin dall'inizio: ci sarà sempre qualche baro sul tavolo della storia, pronto a falsificare le carte pur di dileggiare la fede cristiana. Perché dunque meravigliarsi se ancor oggi c'è chi dileggia il nome di Cristo, la sua Chiesa, il suo Vangelo, magari con la scusa "dell'opera di fantasia"? Come fa appunto il signor Dan Brown, autore del thriller dell'anno che ha superato in America, dicono, i sei milioni di copie vendute. E teniamoci forte, perché pare che il regista Ron Howard si stia preparando a trarne un film.

Paolo Pivetti // Madre