«Le attività quotidiane sono la via della santità»

“Monsignor Vecchi nella celebrazione liturgica ha definito Josemaría Escrivá «il santo del contemporaneo»”. Riportiamo un articolo uscito su “Il Resto del Carlino” sulla Messa celebrata a Bologna nella festa liturgica del santo. Segnaliamo anche l’omelia di Mons. Javier Echevarría, Prelato dell'Opus Dei, pubblicata sul sito di san Josemaría ( www.josemariaescriva.info).

San Pietro era in festa ieri mattina. Ma l'atmosfera della funzione che la Chiesa di Bologna ha dedicato a San Josemaría Escrivá, fondatore dell'Opus Dei, era tutta interiore. Così.«senza bisogno di ricorrere alla straordinarietà - come insegnava il santo spagnolo ribattezzato dal Papa “Santo dell'ordinario” - la cattedrale ha accolto i fedeli, senza alcuna sfilata di rappresentanza e priva di ornamenti superflui. A ventinove anni dalla scomparsa di colui che nel 1928 fondo l'Opus Dei, mentre nei cinque continenti circa 84 mila aderenti a questa prelatura ricordano il loro padre spirituale, i bolognesi accorsi in cattedrale hanno assistito alla Santa Messa celebrata dal Vicario generale,monsignor Ernesto Vecchi,e dal sacerdote della prelatura dell'Opus Dei in città, don Ugo Borghello.

Un nutrito popolo di cattolici, tra cui anche l'ex vicesindaco Giovanni Salizzoni, ha ripassato gli insegnamenti fondamentali di San Josemaría Escrivá attraverso le parole sanguigne del vescovo ausiliario.«Ricordare insieme il fondatore dell'Opus Dei - ha detto nell'incipit dell'omelia monsignor Vecchi - significa celebrare l'evento che ha segnato la vita di Cristo: la Pasqua. Vuol dire evocare il passaggio dalla morte alla vita, dall'egoismo all'amore, perché questo 'beato dell'ordinario' insegnava agli uomini a mantenere accesa l'anima. Siamo di fronte,quindi, a un santo del contemporaneo». Tutta San Pietro ricorda così la figura del maestro di vita spagnolo che lo stesso numero uno della Chiesa di Bologna, Carlo Caffarra, ama spesso citare.

Intanto, una giovane madre,Simona Malpensa, cerca di tenere sotto controllo i suoi due figli e altri bambini, tutti appartenenti a un centro culturale cittadino dell' Opus Dei. Lei, come tanti, e venuta a omaggiare San Josemaría perché, confessa: "la sua parola mi ha insegnato a realizzare il credo cristiano nel lavoro quotidiano”. Tra i presenti, anche Massimo Tucciarelli, direttore del Collegio Universitario Torleone che, con il centro L’Arengo,la scuola Cerreta e i numerosi corsi di orientamento per genitori, portano il messaggio dell'Opus Dei sotto le Due Torri.

L'omelia di monsignor Vecchi si fa incalzante:«Ci ha indicato che le attività comuni sono vie di santità: ecco perché San Josemaría è importante per l'umanità. Perché la gente ha bisogno di essere sostenuta nella quotidianità. Invece, purtroppo.tende a deprimersi, a ricorrere agli ansiolitici, guarda tutti i giorni quei 'Grandi Fratelli’ che inculcano il niente. E allora conclude - bisogna trovare tempo per la grazia di Dio e imparare a diventare santi all'interno dei dinamismi quotidiani».

    Marcella Cocchi // Il Resto del Carlino